Qonto ha diffuso i dati della quarta edizione del suo Osservatorio sulle Piccole e Medie Imprese (su un campione di 1500 PMI italiane distribuite su tutto il territorio nazionale e operanti in diversi settori), per fare il punto anche sulle imprese che operano nel settore manifatturiero. La survey indaga lo stato di digitalizzazione delle PMI del settore, analizzandone il comportamento nei confronti degli incentivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la formazione e le competenze maggiormente richieste dal mercato.
Incentivi per il 77% delle PMI
Secondo lo studio, tre quarti (ovvero il 77%) delle PMI italiane attive in ambito manifatturiero sfrutta gli incentivi. Nello specifico, il PNRR, organizzato in 6 missioni, prevede per l’Italia 191,5 miliardi di fondi per innovazione e digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale entro il 2026. Sinora oggi l’Italia ha ricevuto dall’Ue quasi 67 miliardi di euro per finanziarlo, a cui si aggiungono i 18,5 miliardi della terza rata, che dovrebbero arrivare a giorni.
Ma come hanno investito le PMI italiane?
Qonto ha indagato in che modo le PMI del settore manifatturiero hanno investito o hanno intenzione di investire i fondi a loro dedicati e, in particolare, come questi possano concretamente contribuire ad accelerare il processo didigitalizzazione del tessuto imprenditoriale del Paese. Si tratta di risultati incoraggianti, in quanto il 77% delle PMI del settore manifatturiero dichiara di aver già fatto ricorso agli incentivi previsti dal PNRR. Si tratta, però, di un valore di poco superiore rispetto a quanto rilevato nel 2022 (75%). Un’indicazione del fatto che, presumibilmente, un quarto della PMI manifatturiere italiane continua a non investire (o non è a conoscenza degli incentivi disponibili). Anche se, di contro, la media nazionale degli accessi ai fondi PNRR è ferma al 55%. Tra quanti non hanno ancora fatto ricorso ai fondi, tuttavia, quasi il 78% ha intenzione di usufruirne nel corso del
2023.
Per quanto riguarda gli impieghi dei fondi, l’84% ha dichiarato di utilizzare gli incentivi per investire nella digitalizzazione e innovazione tecnologica della propria impresa. Inoltre, il 42% delle PMI del settore ha dichiarato di aver utilizzato e di voler utilizzare i fondi come il React-Eu a sostegno delle PMI e professionisti contro il caro bollette, che per l’Italia presenta una disponibilità di 14,4 miliardi. Anche in questo caso, il dato di settore è superiore rispetto alla media nazionale (35%).
Mancano le competenze
Interessanti anche gli aspetti legati alle problematiche legate alla difficoltà nel reperire le necessarie competenze sul mercato. La digitalizzazione implica infatti la disponibilità di risorse formate e competenti. In questo ambito, il 55% delle PMI dichiara di avere necessità di profili con expertise specifiche per la propria azienda, anche se solo il 23% riscontra difficoltà nel reperire questi stessi profili. Si tratta di limiti stanno rallentando la digitalizzazione del manifatturiero italiano, anche se sono meno gravi rispetto ad altri settori, in quanto la media nazionale si attesta, rispettivamente, al 66% ed al 56%.
Digitalizzazione e innovazione sono aspetti che vanno di pari passo e la spinta verso l’innovazione tecnologica è confermata anche dal 48% degli intervistati che dichiara di aver adottato o aver intenzione di adottare nel prossimo futuro tecnologie di Intelligenza Artificiale nella propria azienda.