Industria 5.0 / Transizione 5.0 sono davvero parte del progetto del governo Meloni? La risposta sembra essere positiva, stando alle parole rilasciate nel corso delle interviste di alcuni ministri ed alle richieste inoltrate alla Commissione Europea. Del resto questo nuovo Piano, che dovrebbe rappresentare l’evoluzione di Industria 4.0 / Transizione 4.0 (a suo tempo chiamato anche Piano Calenda) sarebbe oggi un incentivo importante per l’economia italiana, chiamata a contrastare una situazione di enorme incertezza internazionale.
Scorrendo la bozza della legge Finanziaria, approvata dal Governo ma non ancora approdata in Parlamento, i termini Industria 5.0 e Transizione 5.0 sono invece scomparsi. Una delusione per le molte aziende in attesa di un rialzo del credito d’imposta per poter affrontare nuovi investimenti destinati all’ottimizzazione ed alla digitalizzazione dei processi produttivi. L’attuale credito d’imposta dal 20%, infatti, copre a malapena l’aumento dei prezzi e dei tassi di interesse richiesti da banche e finanziarie per supportare i nuovi investimenti.
Industria 5.0 / Transizione 5.0 prende forma
Benché il documento ufficiale attualmente disponibile, ovvero la bozza della Finanziaria 2024, non contenga riferimenti al nuovo piano Industria 5.0 / Transizione 5.0, Confindustria ed una serie di associazioni si sono confrontate a lungo ed hanno redatto un documento di approfondimento che è stato presentato al ministro Urso ed ai suoi tecnici.
Gli spunti forniti, come è trapelato, sono stati valutati con estrema attenzione dal Governo e, benché ancora non vi sia un riscontro ufficiale, alcune fonti interne confermano che il Piano Industria 5.0 / Transizione 5.0 sarà inserito nel nuovo documento ufficiale. Ovviamente i contenuti sono ancora allo studio dei tecnici del Ministero, poiché è necessario valutare con estrema attenzione le coperture disponibili, anche dirottandole da altri capitoli di spesa o utilizzando in modo efficace i finanziamenti provenienti dall’Unione Europea. Le incognite, quindi, rimangono numerose. Anche se l’inserimento di Industria 5.0 nella nuova Finanziaria, la cui versione “definitiva” approderà in Senato presumibilmente nei primi giorni della prossima settimana, appare quasi certo.
Sembra, comunque, che l’innalzamento del credito d’imposta non sarà generalizzato, ma limitato ai soli investimenti green, ovvero attenti all’impatto ambientale delle linee produttive.
Difficile, in mancanza di indicazioni ufficiali, poter elaborare previsioni realmente concrete, anche se l’ottimismo lasciato trapelare da alcuni ambienti molto vicini al Ministero sembra confermare la possibilità di un nuovo Piano Industria 5 0 / Transizione 5.0, che contribuirà in maniera significativa a incentivare la digitalizzazione e l’attenzione delle aziende italiane nei confronti dell’ambiente.
In questo ambito, alcuni spunti interessanti, sono stati forniti dalla videointervista che BitMAT ha realizzato con Fabio Massimo Marchetti, presidente del gruppo Area Digitalizzazione dei Processi e dei Prodotti di Anie.
Confindustria e Industria 5.0
In questo contesto è altresì interessante rilevare come la stessa Confindustria abbia organizzato, per il prossimo 15 novembre a Roma (ovvero in concomitanza con la discussione della Finanziaria in Parlamento), il convegno “Industria 5.0: il futuro è qui. Consapevolezza e sviluppo sostenibile”. Un evento di cui, per la verità, non è ancora stato reso noto né il programma né i relatori, forse anche in attesa di conoscere le decisioni del Governo. Anche se, inutile ribadirlo, le aziende non possono rimane in attesa…