È online il decreto del MiSE contenente l’elenco dei manager e delle società abilitati a fornire alle PMI e alle reti d’impresa servizi di consulenza specialistica. Il compito di questi soggetti sarà quello di sostenere processi di innovazione negli ambiti della trasformazione tecnologica e digitale, ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
In corsa contro il tempo
Per il Voucher per l’Innovation manager sono disponibili le risorse stanziate dalla legge di bilancio 2019, per le annualità 2019 e 2020, pari complessivamente a 50 milioni di euro. L’agevolazione, pari al 50% del compenso riconosciuto dalla Pmi ai Manager, verrà concessa sulla base di una procedura a sportello, per cui le domande inviate dalle imprese e dalle reti d’impresa verranno ammesse alla fase istruttoria sulla base dell’ordine cronologico di presentazione.
Per questa ragione è fondamentale rispettare le scadenze previste dai decreti:
- verifica preliminare del possesso dei requisiti di accesso alla procedura informatica, a partire dalle ore 10:00 del 31 ottobre 2019
- compilazione della domanda di accesso alle agevolazioni, entro le ore 17.00 del26 novembre 2019
- invio della domanda di accesso alle agevolazioni, a partire dalle ore 10.00 del 3 dicembre 2019.
Nel frattempo il Mise ha pubblicato una serie di FaQ, che rispondono ad alcuni dei quesiti più comuni su questa importante agevolazione.
Tanti i manager, ma violata la privacy
Scorrendo l’elenco completo, disponibile a questo link, si scopre che i manager accreditati sono 8.956. Un numero particolarmente elevato anche in relazione alle risorse disponibili.
Ma colpisce soprattutto il fatto che “solo” 3.659 si propongano come soggetti indipendenti, mentre oltre 5.000 siano inseriti all’interno società di consulenza. Al di là di questo aspetto, come sottolinea l’ing. Ugo Gecchelin (uno dei manager qualificati, ma soprattutto membro dei comitati tecnici normativi per la privacy e il Piano Industria 4.0), “stupisce il fatto che tutti i dati, compresi quelli personali, siano completamente accessibili: dalla data di nascita al numero di telefono personale”. Un aspetto che ha creato non pochi dubbi sul corretto rispetto del recente GDPR.
Al di là di questo aspetto, sul quale a nostro avviso la PA dovrebbe prestare una maggiore attenzione, da un punto di vista complessivo è interessante analizzare la mappa delle competenze, dalla quale emerge come la maggior parte dei manager appartengano all’area “integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali” (17%) e all’applicazione di nuovi metodi organizzativi (16%). Mentre è relativamente uniforme la distribuzione delle altre competenze, anche se con una netta prevalenza relativamente a Big Data, programmi di Marketing Digitale ed IoT. Solo il 2% degli iscritti, invece, dichiara di possedere competenze adeguate nell’ambito della manifattura additiva e, soprattutto, della robotica avanzata.
Distribuzioni, quest’ultime, relativamente scontate. Mentre stupisce, analizzando con maggior attenzione l’elenco completo, come ben 3.606 manager dichiarino di non possedere di un titolo di laurea (in realtà alcuni sono inseriti erroneamente in questo elenco), ma solo di almeno 7 anni di esperienza in un’azienda operante nel settore di riferimento in cui si propongono. Poiché i curricula risultano tutti in chiaro, si scopre così, accanto chi vanta competenze fantasiose e chi ha pubblicato il proprio profilo in inglese e senza nemmeno rispettare il modello ministeriale, anche chi dichiara 40 anni di esperienza, ma… 79 anni all’anagrafe.
Accanto a qualche personaggio “folkloristico”, il che suggerisce alle aziende di valutare con estrema attenzione la scelta del proprio consulente per l’innovazione, si trovano professionisti d’eccellenza, con competenze ampiamente verificabili. È comunque interessante rilevare come ben 795 Manager (ovvero quasi il 9% del totale) siano in possesso di un dottorato di ricerca universitario e 382 di un Master. Numeri che ribadiscono l’attenzione, verso questa opportunità di lavoro, anche tra persone che hanno maturato una solida competenza universitaria.