L’Industria 4.0 è stata protagonista anche del Design Week di Milano, dove CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, ha organizzato il convegno dal titolo “Manifattura 4.0 Quale sfida per le PMI?”.
Focus del progetto CNA è stato la rivoluzione industriale che annulla le differenze tra industria e servizi, tra produttori e consumatori, tra hardware e software. Manifattura 4.0 costituisce la più grande sfida dei prossimi anni, soprattutto per un paese manifatturiero come l’Italia, ed è strettamente connessa alle nuove politiche di rilancio del settore produttivo attraverso l’innovazione tecnologica e organizzativa. La scommessa di CNA è proprio quella di raccontare le aziende manifatturiere che si stanno aprendo all’industria 4.0 e, partendo dall’esposizione al Fuori Salone, è già iniziato un percorso formativo che le accompagnerà nel loro processo di crescita e innovazione.
Mario Pagani, responsabile Dipartimento Politiche Industriali CNA, ha sintetizzato le due necessità primarie di questo cambiamento e di questo avvicinamento alla manifattura 4.0: la necessità di un approccio culturale pervasivo – poiché la quarta rivoluzione industriale riguarda le imprese di tutti i settori – e la velocità, ossia la capacità di adeguarsi al cambiamento in tempi brevi, per essere al passo con gli altri Paesi.
Il concetto chiave – evidenziato da Costantino Bongiorno co-founder del fablab WeMake – è l’integrazione tra la produzione artigiana che regge il sistema economico italiano e il processo di innovazione attuato con la fabbricazione digitale, intelligente e distribuita che è possibile ed è necessario veicolare attraverso i makerspace e i fablab.
Cambiano anche le città
Manifattura 4.0 costituisce la più grande sfida dei prossimi anni ed è strettamente connessa alle nuove politiche di rilancio del settore produttivo attraverso l’innovazione tecnologica e organizzativa.
In questo trasformazione epocale è fondamentale anche il ruolo delle città, come ha sottolineato Cristina Tajani – Assessore a Politiche del lavoro, Attività Produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano – che ha concluso i lavori sostenendo che il cambiamento va cavalcato piuttosto che subito, puntando anche sui temi sociali e del lavoro che riguardano tutti i cittadini.