Si stanno progressivamente definendo i benefici fiscali e le modalità di quella che viene definita Transizione 6.0. Anche se, nella realtà, il nuovo strumento appare molto simile a Transizione 4.0 e a Transizione 5.0, dei quali rappresenta la naturale evoluzione.
Occorre comunque precisare che, sulla base dell’esperienza degli scorsi anni, la bozza attualmente disponibile potrebbe essere molto diversa dal documento che verrà approvato in forma definitiva. E, comunque, occorrerà attendere i decreti attuativi, la cui pubblicazione dovrebbe avvenire 30 giorni dopo l’approvazione della Legge di Bilancio.
Al momento, in base a quanto scritto nell’articolo 95, “Misure in favore delle imprese – Maggiorazione dell’ammortamento per gli investimenti in beni strumentali”), verrà cancellato il Credito d’imposta, che concedeva vantaggi di liquidità “immediati” alla aziende, per ritornare al “vecchio” iperammortamento della versione iniziale di Industria 4.0, nota anche come Legge Calenda.
Il comma 1 prevede infatti un iperammortamento (in percentuale variabile) per le aziende che acquistano beni strumentali nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2026 ed il 31 dicembre 2026. Anche se viene concessa una deroga, per la consegna, sino al 30 giugno 2027, a condizione che, come in passato, venga pagato almeno il 20% del valore entro il 31 dicembre del 2026.
Alla luce di queste indicazioni, la nuova norma, non supera alcune delle criticità emerse in passato. L’agevolazione, infatti, non è strutturale, ma riguarda un arco temporale limitato. Ancora una volta viene così trascurato il fatto che, soprattutto per la realizzazione di impianti, 18 mesi spesso non sono sufficienti per ordinare e realizzare un impianto di media complessità. Ma anche la realizzazione di macchine richiede tipicamente più tempo.
A questo si aggiunge il fatto che, stante questa situazione, verranno perse tutte le agevolazioni 5.0 per gli impianti e le macchine ordinate nel 2025 e non completate entro dicembre. Il nuovo Piano, quindi, sembra nascere con il limite di una scarsa visione industriale. Il tutto senza dimenticare che, trattandosi di iperammortamento, i vantaggi economici verranno percepiti solo a distanza di un anno e poi spalmati nel tempo.
Analogamente la nuova norma specifica he il vantaggio economico non si applica “agli investimenti che beneficiano delle disposizioni di cui all’articolo 1, comma 446, della legge 30 dicembre 2024, n. 207”, ovvero agli investimenti 4.0 iniziati prima del 31 dicembre 2025. Questo comporta, tra l’altro, un’immediata contrazione delle vendite, che verranno probabilmente sospese e rimandate al prossimo anno.
Interessante, invece, il fatto che probabilmente non verranno più escluse le macchine e le attrezzature (fondamentali in ambito edile) alimentate da combustibili fossili o dai biocarburanti.
Potrebbero, invece, non essere trainati gli impianti fotovoltaici.
Quale l’Iperammortamento 6.0?
Il comma 4 propone le quote di iperammortamento previste come segue
180 percento per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro
100 percento per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro
50 percento per gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro.
Iperammortamento maggiorato per la transizione ecologica
Nella scia di quanto previsto dal Piano Transizione 5.0, vi sarà una premialità maggiore per gli “investimenti finalizzati alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica, ivi compresa la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva cui si riferisce l’investimento, non inferiore al 3 per cento o, in alternativa, la riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5 per cento”.
Il questo caso, l’iperammortamento è fissato a
220 percento per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro
140 percento per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro
90 percento per gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro.
Importante ricordare, come già previsto dall’attuale Transizione 5.0, che la riduzione dei consumi energetici si considera in ogni caso conseguita nel caso di sostituzione di beni 4.0 con caratteristiche tecnologiche analoghe e interamente ammortizzati da almeno 24 mesi alla data di presentazione della comunicazione di accesso al beneficio;
Quale la burocrazia?
Dopo i problemi (tecnici e burocratici) riscontrati dalla piattaforma del GSE, il Governo aveva promesso una significativa semplificazione che, al momento, non appare ancora evidente. Viene infatti previsto l’invio di modelli telematici al GSE. Non sono invece previsti i dettagli (per i quali occorrerà attendere il Decreto attuativo) relativi alle effettive modalità operative.
Confermata, infine, la cumulabilità con “ulteriori agevolazioni finanziate con risorse nazionali ed europee che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che il sostegno non copra le medesime quote di costo dei singoli investimenti del progetto di innovazione e non porti al superamento del costo sostenuto. La relativa base di calcolo è assunta al netto delle altre sovvenzioni o dei contributi a qualunque titolo ricevuti per le stesse spese ammissibili”. Una precisazione, quest’ultima, molto importante, in quanto supera almeno le difficoltà interpretative di Transizione 5.0.
Come sfruttare i vantaggi dell’iperammortamento 6.0
Per conoscere ulteriori dettagli del nuovo Piano Transizione 6.0 e pianificare al meglio i vantaggi economici per le aziende, BitMAT organizza il webinar gratuito “Non c’è produzione senza pianificazione“, in programma il 30 ottobre alle 15. La partecipazione è gratuita, previa iscrizione a questo link.