Il Credito d’Imposta Industria 4.0 (ridenominato Transizione 4.0) sta stimolando numerosi investimenti. Ma, a distanza di tempo, una serie di aspetti n on sono ancora stati chiariti. In particolare uno dei dubbi interpretativi ha riguardato la cumulabilità tra il Credito d’Imposta Industria 4.0 ed il ”Bonus investimenti Sud”. In questo ambito, come spiega Luigi Lavecchia, dottore commercialista e Financial Controller che ha già supportato decine di aziende nelle attività di definizione di questo delicato passaggio, spiega come la normativa in vigore prevede che il Credito di Imposta ”Bonus investimenti Sud” non è cumulabile con gli aiuti di Stato de minimis e con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto gli stessi investimenti agevolati”. Da qui dubbio intepretativo relativo al fatto che il Credito d’Imposta per gli investimenti in Industria 4.0 (come modificato dalla Finanziaria 2020) possa o meno essere considerate un aiuto di Stato ai sensi della normative comunitaria.
“Da uno studio approfondito della normative – riprende Lavecchia – le agevolazioni fiscali previste dal Piano Industria 4.0 sono misure di carattere generale e, quindi, non sembrano ideonee ad incidere sulla concorrenza. La risposta fornita dall’Agenzia delle Entrate, però, ha sgomberato il campo da ogni dubbio”.
L’Agenzia delle Entrate conferma
Nella risposta n.360, l’Agenzia delle Entrate ha sostanzialmente confermato l’interpretazione elaborata Lavecchia, mettendo nero su bianco che “il comma 102, nella versione vigente, prevede che il credito d’imposta è cumulabile con aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto i medesimi costi ammessi al beneficio, a condizione che tale cumulo non porti al superamento dell’intensità o dell’importo di aiuto più elevati consentiti dalle pertinenti discipline europee di riferimento “.
Il “comma 192 – si legge nel risposta fornita dall’Agenzia delle Entrate – prevede testualmente che Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al periodo precedente, non porti al superamento del costo sostenuto “.
“La disciplina del credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno – aggiunge la nota – prevede la cumulabilità, a determinate condizioni, di tale benefìcio con altri aiuti di Stato, non escludendo espressamente lapossi bilità di cumulo con misure di carattere generale”.
I benefici sono cumulabili
Alla luce della corretta interpretazione delle diverse normative in vigore in relazione all’accesso al Bonus, l’Agenzia delle Entrate conferma quindi la cumulabilità dei due benefici per le aziende con sede Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.
“In relazione alla cumulabilità del credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno e del credito di imposta per investimenti in beni strumentali introdotto dalla legge di Bilancio 2020 – conclude la nota – si ritiene che, in relazione ai medesimi investimenti, sia possibile cumulare i due benefìci, a condizione che tale cumulo non porti al superamento del costo sostenuto per l’investimento”.
A questo link è possible scaricare il testo integrale della Risposta n. 360 dell’Agenzia delle Entrate.
Il dott. Luigi Lavecchia, per chiarire ulteriori dubbi, può essere contattato via mail.
Il dott. Luigi Lavecchia è tra i relatori del webinar: “Trattamento e movimentazione delle acque. Industria 4.0 è un’opportunità?“