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    Sei qui:Home»Approfondimenti»L’Industry 4.0 vista dalla Lombardia

    L’Industry 4.0 vista dalla Lombardia

    By Redazione BitMAT22/11/2016Updated:10/02/20205 Mins Read
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    Le strategie di Assolombarda e le indagini sul campo per definire il percorso di trasformazione

    Nel corso del convegno “Lo sviluppo del manifatturiero – L’evoluzione digitale”, organizzato da Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, il paradigma manifatturiero basato sul concetto di Cyber Phisical System (CPS) è stato delineato con esattezza, individuando da un lato gli scenari (attuali e futuribili a medio e lungo termine), dall’altra disegnando l’architettura di un polo di competenza della manifattura europea con base in Lombardia.

    Ultima chiamata per fermare la deindustralizzazione”

    Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, è entrato a gamba tesa sin dall’esordio: “Nel settore manifatturiero l’Italia è il secondo Paese europeo per valore aggiunto e il quinto al mondo per surplus commerciale. Ma il trend non è positivo (-54 miliardi) e va invertito. Basti pensare che oggi la manifattura nel nostro Paese vale solo il 16% del valore aggiunto sul Pil mentre nel 2000 era il 20%”. E qui entra in gioco Il Piano Industria 4.0, che per Rocca “Costituisce l’ultima chiamata per fermare la deindustrializzazione italiana”.

     

    Il limite sulla progettualità”

    Sul piano Calenda si è soffermato Andrea Dell’Orto, vicepresidente di Assolombarda con delega al manifatturiero. “Un piano forte, di cui apprezziamo molto due caratteristiche: è un piano trasversale e non settoriale; il metodo utilizzato, istituendo una cabina di regia, ha messo attorno a un tavolo gli stakeholder in fatto di innovazione. Riteniamo utili alcune misure, come la misura shock relativa all’iperammortamento del 250%.” Ma questo non basta. Dell’Orto ha avanzato due proposte al Governo, presente con il sottosegretario del Mise Ivan Scalfarotto: costruire un elenco chiaro e dettagliato dei beni ammissibili per evitare farraginosità nella concessione degli incentivi, ma soprattutto costituire un comitato permanente di valutazione ex-post teso a ridurre i contenziosi con l’agenzia delle Entrate. C’è però una parte mancante “Il sostegno al progetto: le misure del Governo sono orientate ai singoli beni, ma una trasformazione aziendale verso l’Industry 4.0 richiede una progettualità complessa. Trasformare significa mettere mano alle funzioni, ai processi, significa accedere alle consulenze strategiche, tutte cose che non sono beni materiali. La nostra proposta come Assolombarda è quella di costruire uno specifico credito di imposta a favore delle imprese che vogliono trasformarsi nella visione del 4.0″.

    La via italiana all’Industry 4.0

    Pensare per progetti e per progetti integrabili fra loro. Questo approccio di sistema che declina, a livello locale, il Piano Nazionale per l’Industria 4.0. è delineato nel Position paper presentato a Monza, risultato di un anno di lavoro che ha coinvolto dalle aziende più avanzate alle università, dagli studi di consulenza ai centri ricerche e redatto a cura dell’Area Industria e Innovazione e del Centro Sudi dell’Associazione. La “via italiana”, così come la descrive Assolombarda nel suo Position Paper, dovrebbe essere indirizzata a una maggiore visione “market-pull” (quella che parte dai bisogni e dalle sfide delle imprese) sin qui trascurata dall’approccio “technology-push” come dettato dalla Germania, antesignana dell’Industry 4.0.

     

    Un innovation hub internazionale in Lombardia

    Per Gianfelice Rocca avviare la manifattura verso l’Industry 4.0 significa: “Garantire procedure attuative semplici, certe nei tempi e collaborazioni pubblico-private; avviare una rivoluzione culturale diffusa; adottare politiche di formazione volte a sviluppare nei giovani competenze adeguate, che consentano loro di diventare i veri motori del 4.0″.

    La proposta di Assolombarda guarda alla costituzione di un Leadership Council di livello territoriale e regionale che possa fare della Lombardia un benchmark di riferimento per le altre iniziative sviluppate a livello nazionale con un board composto da autorevoli rappresentanti del sistema imprenditoriale e da attori pubblici (la Regione) e privati che già partecipano alla governance di singoli abilitatori di livello regionale (Digital Innovation Hub), nazionale (Competence Centre), europeo (Knowledge Innovation Community on Added Value Manufacturing) e globale (World Manufacturing Forum). Obiettivo: fare sistema ed elaborare un programma congiunto per moltiplicare l’impatto della manifattura digitale sulla competitività del sistema produttivo milanese e lombardo e favorire la diffusione di competenze 4.0. Le caratteristiche del territorio milanese e lombardo richiedono, infatti, lo sviluppo di un approccio specifico nel quale la dimensione regionale risulta la più adeguata a interpretare i programmi di politica industriale nazionale e comunitaria per trasferirli in maniera amplificata verso il tessuto economico locale.

     

    I protagonisti del Leadership Council

    Tra i principali soggetti partecipanti al Leadership Council troviamo: Assolombarda e tutto il sistema confindustriale lombardo, attraverso imprenditori che esprimano visione e volontà di guida; i key partner industriali costituiti, ad esempio, da technology provider di alto livello; la Regione Lombardia, nella cui gestione si trova una grande parte della programmazione europea di maggior impatto sulle imprese. Oltre al MISE, attore principale nella declinazione operativa del Piano Nazionale sull’Industria 4.0 ci sono: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per quanto concerne lo sviluppo di skill 4.0, le Università (in primo luogo il Politecnico di Milano) e i Centri di Ricerca (in primo luogo CNR e CEFRIEL) come fornitori di competenze e attivatori di trasferimento tecnologico.

    Assolombarda Confindustria Industry 4.o
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