In Italia le politiche pubbliche hanno oscillato, spesso in maniera contraddittoria e incoerente, tra la dispersione di interventi di sostegno “a pioggia”, frammentando e polverizzando la politica degli incentivi, e scelte dettate da una insufficiente istruttoria fondata sull’analisi delle condizioni e delle compatibilità più generali, ivi comprese quelle ambientali e logistiche.
La stessa strategia Industria 4.0, così come in precedenza alcuni dei crediti di imposta concessi per sostenere nuovi investimenti, a differenza di quanto avvenuto altrove, a partire dalla Germania, sono stati di fatto rimesse alle scelte discrezionali delle singole imprese, spesso prive anche del supporto necessario costituito da una assistenza adeguata e da una adeguata informazione sui vari strumenti e sulle finalità da perseguire.
Si tratta, allora, non tanto di riportare alla sfera pubblica una parte degli assetti produttivi nazionali quanto di collocare la scelta degli strumenti di intervento in una cornice che valuti, sulla base dell’esperienza pratica, l’utilità di ciascuno di essi, i potenziali progressi conseguibili con alcuni correttivi e il rilievo che possono assumere con riferimento alle priorità che si intendono perseguire.
Per questo motivo ho avviato presso il Ministero dello sviluppo economico un lavoro approfondito per riportare all’interno di una banca dati e consolidare tutti gli elementi di conoscenza con riferimento alle differenti forme di intervento a sostegno delle imprese.
In questo modo potremo verificare se la stessa impresa si è avvalsa di più incentivi e l’uso che ne ha fatto monitorando i risultati ottenuti rispetto agli obiettivi previsti.
Riguardo a questi strumenti oggi a disposizione sottolineo che, esaurita la fase di definizione normativa ed esaurita anche la fase della concessione, non fa seguito di fatto una operazione di monitoraggio e una verifica dell’efficacia e del raggiungimento degli obiettivi per cui questi incentivi sono stati, in qualche modo, definiti e previsti.