Mexal, il gestionale di Passepartout, si è affermato come uno degli ERP più utilizzati in Italia. Un risultato frutto di una piattaforma efficiente e flessibile, capace di rispondere tempestivamente alle esigenze del mercato, ma anche di una rete di partner qualificati e diffusi capillarmente in tutto il territorio nazionale.
La diffusione dei nuovi paradigmi di produzione digitalizzata, ovvero l’ormai noto Industria 4.0, ha però imposto la necessità di integrare sempre più le linee produttive con le piattaforme gestionali. Un processo non semplice in numerose imprese, soprattutto di piccole e medie dimensioni, spesso alle prese con soluzioni informatiche incapaci di dialogare adeguatamente tra loro. Una situazione resa complicata anche dal fatto che i mondi IT ed OT hanno caratteristiche ed esigenze diverse, non sempre facili da integrare tra loro.
Alla luce di queste considerazioni, Passepartout ha scelto di sfruttare la propria piattaforma Mexal per consentire l’interconnessione e l’integrazione tra i dati provenienti dal campo e quelli gestionali. Ma, come ci spiega Stefano Benzi, Direttore Applicazioni di Passepartout, ha voluto che questo compito fosse affidato ad autentici specialisti.
Negli ultimi anni abbiamo visto, in più occasioni, integrazioni IT e OT con evidenti difficoltà di dialogo. Un rischio che Passepartout ha deciso di prevenire affidandosi ad autentici specialisti del settore. Quale è stata la vostra scelta nell’approcciare la digitalizzazione dei sistemi produttivi?
I mondi IT e OT hanno caratteristiche estremamente diverse e noi avevamo una solida esperienza in ambito IT, grazie al nostro ERP. Per questa ragione, anziché sviluppare internamente i nuovi moduli, con tutte le difficoltà legate alla conoscenza di modalità operative e linguaggi assolutamente specifici, abbiamo scelto di acquisire due aziende specializzate (If Technology e Zerodo), che ci hanno portato competenze ed esperienza. Inoltre abbiamo creato un contatto diretto tra gli sviluppatori, che lavorano insieme alla nuova piattaforma, realizzando un MES avanzato e aperto alle opportunità di personalizzazione, offerte dalla piattaforma di sviluppo integrata.
Proprio nel corso di Bi-Mu, Passepartout ha presentato le novità del modulo di produzione Mexal. Quali le più significative?
L’intenso lavoro di sviluppo ha permesso di integrare nativamente il MES di If Technology e le soluzioni per la logistica di magazzino di Zerodo all’interno di Mexal, che è oggi uno degli ERP più completi ed efficaci presenti sul mercato. In particolare, in occasione di BI-MU, abbiamo dimostrato come sia semplice, grazie alla nostra piattaforma, leggere e scrivere direttamente sulle macchine, realizzando così una reale integrazione. Inoltre siamo in grado di raccogliere in automatico tutti i dati necessari per garantire la costificazione del prodotto finito. Questo significa che un’azienda, al termine della produzione, conosce esattamente il costo reale di un singolo prodotto (considerando anche gli scarti) e può attuare una politica di prezzi realmente consapevole. Tutto ciò è possibile grazie ad un’integrazione, senza sovrapposizione, tra i mondi IT ed OT.
Passepartout è un’azienda di riferimento nell’ambito degli ERP, per quale ragione da alcuni anni avete approcciato anche il mondo manifatturiero?
Da sempre abbiamo un modulo di produzione, ma solo nell’ultimo biennio abbiamo approcciato un’integrazione così complessa. Del resto, nel nostro parco installato vantavamo già migliaia di moduli di produzione, che avevano permesso al nostro canale di sviluppare competenze e personalizzazioni. Ma nel 2019 abbiamo deciso di compire un ulteriore passo in avanti e, per questo, ci servivano competenze specifiche nel settore industriale. Da qui la scelta di acquisire If Technology e Zerodo.
In teoria le aziende manifatturiere italiane dovrebbero già aver approcciato la digitalizzazione della produzione. Quali margini di mercato sono ancora disponibili e quali obiettivi vi ponete nei prossimi mesi?
Nel corso delle fiere ci siamo resi conto che ci sono decine di software house e di costruttori che propongo un proprio MES. Per questo, sfruttando la nostra capillarità, abbiamo condotto un’approfondita indagine di mercato coinvolgendo 1.500 aziende. È emerso che il 36% delle aziende investono in Industria 4.0 per poter sfruttare gli incentivi fiscali, mentre il 9% lo fa per omologarsi ai concorrenti. Questo significa che, comunque, una vasta fascia di mercato investe in queste tecnologie perché si aspetta dei vantaggi. Colpisce, di contro, il fatto che il 72% delle aziende si sia affidato al sistema di gestione dei costruttori delle macchine e che, nel 27% di questi casi, il committente non abbia nemmeno appurato se il produttore fosse davvero qualificato. Una situazione che ha portato a verificare come il 45% delle installazioni non sia nemmeno conforme ai requisiti obbligatori del Piano Industria 4.0, in quanto non viene gestito correttamente lo scambio dei dati.
Del resto, in produzione troviamo oggi macchine con a bordo la piattaforma Windows 98 o altre costruite più di 40 anni fa. Situazioni che noi siamo in grado di sanare aggiungendo sensori adeguati e dialogando con tutti i driver di mercato. Una capacità che ci permette di intervenire anche su macchine e impianti molto vecchi. Il tutto con una soluzione molto semplice da utilizzare e rapida da mettere in produzione. Anche per sfruttare i vantaggi fiscali del Piano Transizione 4.0, che quest’anno offre un credito d’imposta al 50% anche per i software.
Al di là della semplicità della piattaforma, è però fondamentale il ruolo dei System Integrator. Come formate i vostri partner?
Passepartout è cresciuta e si è affermata grazie ad una rete di 200 partner presenti in tutta Italia. Con l’acquisizione di If Technology, il nostro ecosistema si è arricchito di altri 30 partner specializzati, che hanno accresciuto ulteriormente la nostra forza e la nostra capacità di rispondere alle esigenze specifiche dei clienti. Ma, in un’ottica di ulteriore crescita, abbiamo un intenso programma di formazione e il prossimo corso inizierà il 7 novembre. A questo si aggiunge la possibilità di scaricare, direttamente dal nostro portale, un corso in pillole per l’installazione e la configurazione del MES, oltre ad una serie di documenti utili per un’ottimale integrazione con il gestionale. Il tutto completato da una soluzione di configurazione automatica, destinata alle micro-imprese, in cui l’utente carica la distinta base direttamente sul MES. Questo significa che basta l’ordine del cliente per avere i carichi e gli scarichi del materiale.
Con una piattaforma completa e semplice da installare, arricchita da un folto numero di partner qualificati e da una storia che dimostra la solidità dell’azienda, siete nella posizione ideale per una significativa crescita sul mercato. Cosa si aspetta Passepartout nei prossimi mesi?
Ad oggi vantiamo già 300 macchine interconnesse con la nostra piattaforma. Ma, grazie all’esperienza maturata ed alle soluzioni pronte all’uso, abbiamo l’obiettivo di collegare 500 macchine entro la fine dell’anno, con un fatturato superiore al milione di euro nei soli moduli per Industria 4.0. Nei mesi scorsi, infatti, alcune trattative sono state sospese, sia per l’indecisione di alcuni clienti sia perché le norme fiscali non sono sempre chiare e lineari. Anche per questa ragione abbiamo creato un team di consulenti in ambito normativo e fiscale, per affiancare i nostri partner e fornire un servizio completo ai clienti. Tutto questo ci porta ad avere una piattaforma di facile installazione e configurazione anche da remoto, un ecosistema di partner ed un team di esperti fiscali. Possiamo quindi guardare con estremo ottimismo al futuro e a valutare l’ingresso di nuovi partner caratterizzati da competenze specifiche, per soddisfare anche le richieste dei settori di nicchia.