Con il Decreto Legge 29 marzo 2024, n. 39, dal titolo “Misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119 e 119-ter del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, altre misure urgenti in materia fiscale e connesse a eventi eccezionali, nonche’ relative all’amministrazione finanziaria”, il Governo ha bloccato la fruizione dei Crediti d’Imposta Transizione 4.0 per gli investimenti effettuati nel 2023 e nel 2024.
Il decreto, infatti, stabilisce che: “le imprese sono tenute a comunicare preventivamente, in via telematica, l’ammontare complessivo degli investimenti che si intendono effettuare a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto-legge, la presunta ripartizione negli anni del credito e la relativa fruizione. La comunicazione e’ aggiornata al completamento degli investimenti di cui al primo periodo. La comunicazione telematica di completamento degli investimenti e’ effettuata anche per gli investimenti di cui al primo periodo realizzati a decorrere dal 1° gennaio 2024 e fino al giorno antecedente alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge”.
Tali comunicazioni, però, devono essere effettuate sulla base del modello adottato con decreto direttoriale 6 ottobre 2021 del Ministero dello sviluppo economico”. Questo documento, sinora facoltativo, diventa così obbligatorio, e subisce una serie di modifiche: “con apposito decreto direttoriale del Ministero delle imprese e del made in Italy, sono apportate le necessarie modificazioni al decreto 6 ottobre 2021, anche per quel che concerne il contenuto, le modalita’ e i termini di invio delle comunicazioni di cui al presente comma”.
Ma il modello non è stato predisposto e, lo scorso 16 aprile, le azienda non hanno potuto compensare i crediti maturati.
Le domande fatte al Ministro
La questione è arrivata anche in parlamento grazie ad un’interrogazione del deputato Luigi Marattin di Italia Viva. Proprio Marattin, dopo aver sottolineato come “l’unica misura di politica industriale che ha veramente funzionato in Italia negli ultimi anni è Industria 4.0”. attualmente “L’Agenzia delle entrate ha bloccato l’utilizzo dei modelli F24 anche per gli investimenti fatti prima del 2023. Quindi, un imprenditore che ha fatto investimenti negli anni passati ora non può portarsi il credito in detrazione quando va a pagare le tasse. È un problema di attesa di un atto amministrativo del suo Ministero. Quindi, le chiediamo: possiamo risolvere urgentemente il problema? Perché gli imprenditori che hanno fatto investimenti sull’unico strumento che ha veramente funzionato si trovano ora nell’impossibilità di poterlo utilizzare”.
La risposta del Ministro
A questa domanda il ministro Adolfo Urso ha risposto sottolineando come “La nuova disposizione normativa è frutto di una decisione del Ministero dell’Economia e delle finanze volta a monitorare il flusso di cassa generato dal credito d’imposta 4.0, come sollecitato dalla Ragioneria dello Stato, al fine di evitare sforamenti incontrollati rispetto alla spesa programmata, come è avvenuto purtroppo per il superbonus 110”.
“Preciso che non si interviene sul diritto a compensare i crediti maturati, che rimane assolutamente integro, ma si prescrive solamente un obbligo di comunicazione circa l’ammontare complessivo degli investimenti che si intendono effettuare e la presunta ripartizione negli anni del credito in compensazione. La risoluzione dell’Agenzia delle entrate dello scorso 12 aprile ha destato però un comprensibile allarme, poiché ha sospeso le compensazioni per gli investimenti effettuati nel 2023 e 2024, nelle more dell’adozione di un decreto direttoriale MIMIT, del nostro Ministero, che dovrà definire il contenuto, le modalità e i termini di invio delle comunicazioni anzidette”.
I crediti saranno sbloccati dalla prossima settimana
“Posso, quindi, in questa sede – ha proseguito Urso – di tranquillizzare gli imprenditori. Il decreto direttoriale sarà emanato nella prossima settimana e detterà le regole per adempiere all’obbligo di legge, anche nelle more dell’apertura di una piattaforma informatica creata per la gestione delle comunicazioni, sulla quale siamo già al lavoro. Questo determinerà la ripresa delle compensazioni tramite F24 per gli investimenti effettuati nel 2023 e nel 2024. Per gli investimenti effettuati negli anni precedenti al 2023 la giusta preoccupazione degli interroganti è stata affrontata e risolta da una FAQ pubblicata proprio ieri sul sito dell’Agenzia delle entrate. La FAQ ha chiarito che per gli investimenti effettuati entro il 2022 non vige l’obbligo di comunicazione preventiva ed è possibile utilizzare il relativo credito in compensazione tramite modello F24, indicando il codice tributo 6936 e l’anno di avvio dell’investimento, a prescindere dall’anno in cui questo si è concluso o dall’anno di interconnessione del bene strumentale”.
Le NON-risposte del Ministro
Nulla di nuovo, invece, per quanto riguarda i decreti attuativi legati a Transizione 5.0, in quanto il ministro si è limitato a frasi di circostanza: “Spero che questi chiarimenti e l’impegno del Ministero ad attuare subito il decreto ministeriale possano servire a tranquillizzare le nostre imprese e consentire loro di programmare, al meglio, i prossimi imminenti investimenti, anche sulla base del nuovo piano Transizione 5.0”.