Durante la presentazione del piano Industria 4.0, il ministro Calenda aveva diffuso un opuscolo, destinato agli investitori internazionali, in cui il basso costo degli ingegneri veniva indicato come una delle ragioni per investire in Italia. Un’autentica svalutazione del patrimonio di competenze dei nostri tecnici, considerati alla stregua di bassa manovalanza. Una dichiarazione decisamente inopportuna, soprattutto a fronte di un piano che dovrebbe valorizzare il patrimonio di competenze dei tecnici italiani.
A breve giro, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri – Cni ha ottenuto un incontro con il ministro, che si è detto disponibile a rivedere il contenuto della brochure ed ha manifestato l’intenzione di prendere parte ad un confronto con il Network Giovani Ingegneri presso la sede romana degli ingegneri.
Nel corso dell’incontro, gli ingegneri hanno consegnato allo staff del ministro anche un documento in cui, tra gli altri aspetti, si parla anche di Industry 4.0: “Il CNI sostiene la diffusione del paradigma Manifattura 4.0, convinto che esso rappresenti la scommessa del futuro per la modernizzazione del sistema produttivo nazionale e per l’innalzamento della capacità competitiva del sistema-Paese.
Una parte consistente (forse la parte maggioritaria) delle innovazioni, radicali e incrementali, realizzate in ambito industriale, incluse quelle afferenti la Manifattura 4.0, è generata in ambito prettamente ingegneristico, in particolare per ciò che concerne la manifattura additiva, le tecnologie digitali, la robotica, le ICT e vasta parte delle tecnologie abilitanti.
Presso le Università italiane conseguono la laurea magistrale ogni anno quasi 4.000 ingegneri dell’Informazione e quasi 5.000 ingegneri industriali: il 70% ha un lavoro stabile ad un anno dalla laurea e quasi la totalità lavora a 5 anni dalla laurea; continua ad essere elevata la domanda di ingegneri italiani all’estero per le riconosciute elevate competenze tecniche acquisite nei cicli formativi. L’ingegneria italiana è un settore altamente knowledge intensive, determinante nei processi di sviluppo tecnologico del Paese e, pertanto, essenziale nei percorsi di piena realizzazione della Manifattura 4.0. Il maggiore coinvolgimento dell’ingegneria italiana, per il tramite del CNI, nelle sedi in cui vengono definite le policy in materia di Manifattura 4.0 sembra opportuno, a cominciare dalla Cabina di regia Industria 4.0 istituita presso il MISE. Il CNI governa una rete di 106 ordini professionali operanti a livello provinciale, con 240.000 ingegneri iscritti all’Albo professionale, molti dei quali operanti nei settori dell’industria e dei servizi avanzati. Si tratta di un patrimonio di conoscenze tecniche che non solo può essere destinatario degli interventi e delle diverse forme di incentivo messe a punto dal Governo, ma che può essere parte attiva nella diffusione di una nuova cultura dell’innovazione, partecipando alle azioni trasversali previste per la promozione della Manifattura 4.0”.