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    Il Governo cancella Industria 5.0 e Transizione 5.0

    By Massimiliano Cassinelli24/10/2023Updated:04/11/20233 Mins Read
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    La bozza di Finanziaria 2024 cancella Industria 5.0 e Transizione 5.0, ma le speranze di rilancio rimangono legata alla bozza di DDL dello scorso febbraio

    Forse un po’ troppo frettolosamente, avevamo iniziato a parlare di Industria 5.0 e di Transizione 5.0, nell’auspicio che il Governo Meloni, dopo essersi dichiarato attento a chi produce, continuasse nella politica di sostegno alle aziende manifatturiere italiane. Invece, dopo la parziale delusione del Documento Programmatico di Bilancio presentato lo scorso 16 ottobre, la bozza di Finanziaria diffusa nella giornata di oggi sembra aver cancellato qualsiasi speranza: le 106 pagine non contengono nemmeno un accenno a Transizione 5.0, Industria 5.0 o, più in generale, alla transizione digitale.

    Addirittura il termine transizione compare solo una volta, in riferimento alle garanzie riconosciute da Sace per “investimenti nei settori delle infrastrutture, anche a carattere sociale, dei servizi pubblici locali, dell’industria e ai processi di transizione verso un’economia pulita e circolare e la mobilità sostenibile, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei loro effetti, la sostenibilità e la resilienza ambientale o climatica e l’innovazione”. Ben poca cosa, nella realtà, per un Paese le cui aziende sono chiamate a competere su scenari internazionali, dove è fondamentale disporre di apparecchiature e linee produttive in grado di massimizzare l’efficienza, con un occhio di riguardo per l’ambiente.

     

    Industria 5.0 e Transizione 5.0 hanno ancora speranza?

    Invece questa necessità non viene recepita dal Governo, che lascia immutato il Credito d’Imposta al 20% per i beni classificati “4.0”. Certo un simile credito d’imposta potrebbe apparire un incentivo non trascurabile. Ma, nella realtà, non possiamo dimenticare che questa percentuale, nella maggior parte dei casi, non copre nemmeno l’aumento dei costi e mette in forse una serie di investimenti che alcune aziende avevano posticipato nella speranza di un significativo ritocco delle percentuali del Credito d’Imposta.

    Speranze alimentate, già lo scorso febbraio, dalla presentazione del DDL incentivi alle imprese. Un documento, rimasto in forma di bozza, che avrebbe dovuto ridefinire le disposizioni volte alla “riforma degli incentivi alle imprese, per consentire una maggiore efficacia degli interventi pubblici attraverso una migliore pianificazione, organizzazione e attuazione delle misure.

    Il disegno di legge delegava il Governo ad adottare entro 2 anni uno o più decreti legislativi che definiscano un quadro organico degli incentivi per sostenere le imprese nelle forme più idonee ed efficaci possibile.

    In maniera progressiva, venne dichiarato a valle del Consiglio dei Ministri, il Governo provvederà a:

    • razionalizzare l’offerta di incentivi, individuando un insieme definito, limitato e ordinato di modelli agevolativi;
    • armonizzare la disciplina di carattere generale in materia di incentivi alle imprese, coordinandola in un testo normativo principale, denominato “Codice degli incentivi”.

    Tale Codice conterrà i principi che regolano i procedimenti amministrativi relativi agli incentivi alle imprese secondo specifici criteri:

    • definizione dei contenuti minimi dei bandi, delle direttive o dei provvedimenti;
    • revisione, aggiornamento e semplificazione dei procedimenti amministrativi relativi a concessione ed erogazione dei sostegni;
    • rafforzamento delle attività di valutazione sull’efficacia delle misure;
    • implementazione di soluzioni tecnologiche, basate anche sull’intelligenza artificiale;
    • conformità con la normativa in materia di aiuti di Stato.

    La riforma, dunque, poggerà su alcuni principi e criteri generali, quali la pluriennalità dell’orizzonte temporale dei sostegni, la programmazione degli interventi, la misurabilità dell’impatto delle agevolazioni, il coordinamento e la digitalizzazione delle procedure”.

    Tale razionalizzazione, però, non ha ancora visto al luce e le speranze di un innalzamento dei crediti potrebbero essere legate al concretizzarsi (in una data indefinita), di questo documento.

    Alla data odierna, però, la bozza di Finanziaria (che potrebbe comunque cambiare) non riporta nessun cenno a Transizione 5.0 o Industria 5.0….

    Scarica qui la bozza integrale della Legge di Bilancio / Finanziaria 2024 in formato .pdf

    BOZZA-LEGGE-DI-BILANCIO 2024

    AGGIORNAMENTO: secondo alcune indiscrezioni, il nuovo Piano Industria 5.0 /Transizione 5.0 potrebbe essere inserite in sede di approvazione della Finanziaria 2024. Leggi qui le anticipazioni.

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    Massimiliano Cassinelli

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