Storicamente le rivoluzioni industriali sono state individuate in base alla loro capacità di modificare radicalmente le tecnologie produttive. Siamo così passati dalla Prima Rivoluzione Industriale, segnata dall’introduzione della macchina a vapore, alla Quarta Rivoluzione Industriale, ormai nota con il termine di Industria 4.0, che ha visto l’integrazione tra le tecnologie informatiche e l’automazione. Un’integrazione, quest’ultima, che alcune aziende stanno ancora metabolizzando completamente. Accade così che, mentre parte del mondo industriale fatica a far dialogare IT ed OT, già nel novembre del 2020, la Commissione Europea abbia pubblicato un documento dal titolo: “Industry 5.0”, focalizzato sul fatto che l’industria debba andare oltre la produzione di beni e servizi a scopo di lucro. Il documento evidenzia il ruolo e il contributo dell’industria alla società. Il tutto ponendo il benessere del lavoratore al centro del processo produttivo, con le nuove tecnologie chiamate a fornire prosperità, oltre al lavoro ed alla crescita, nel rispetto dei limiti produttivi del pianeta.
Una svolta apparentemente più culturale che tecnologica, poiché chiamata a completare l’approccio di Industria 4.0 ponendo la ricerca e l’innovazione al servizio della transizione, con l’obiettivo di creare un’industria europea sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente.
Un concetto ribadito nel gennaio 2021, quando la stessa Commissione Europea ha pubblicato il report “Industry 5.0 – Towards a sustainable, human-centric and resilient European industry”.
Rileggiamo la storia, per comprendere il futuro
Tutto questo è davvero possibile o si tratta di un’utopia? L’industria, da sempre chiamata ad essere redditizia, può essere sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente?
Se rileggiamo con attenzione la storia, non possiamo trascurare il fatto che l’innovazione tecnologica ha portato una serie di vantaggi all’uomo, sia in termini di migliore qualità della vita quotidiana, sia di migliori condizioni di lavoro all’interno delle fabbriche, ancor prima dell’avvento della futura Industria 5.0. E lo confermano sia l’introduzione delle prime “macchine”, che hanno sostituito l’impiego di uomini ed animali, sia i moderni robot, capaci di subentrare all’uomo nei compiti più ripetitivi ed alienanti.
Accanto a questo, però, non sono mancati errori e forzature, che hanno portato ad aumentare i livelli di inquinamento e modificare il corso della natura. E, per questo, basterebbe ricordare come, a metà dell’Ottocento, le farfalle bianche delle betulle scomparvero dalle zone dell’Inghilterra più inquinate dal fumo del carbone.
Se la scomparsa delle farfalle bianche, confrontata con alcuni disastri ambientali più recenti, potrebbe far sorridere, non dobbiamo trascurare il fatto che il nostro Pianeta potrebbe non tollerare a lungo lo sfruttamento delle risorse disponibili. Da qui il richiamo della Commissione Europea ad un approccio nuovo, dettato dal concetto di Industria 5.0, che preveda un impiego più consapevole delle nuove tecnologie disponibili. Al punto che la stessa Commissione ha invitato le industrie a “svolgere un ruolo attivo nel fornire soluzioni alle sfide per la società, tra cui la conservazione delle risorse, il cambiamento climatico e la stabilità sociale”. Ricordando che “l’approccio dell’industria del futuro apporta vantaggi all’industria, ai lavoratori e alla società”.
L’adattabilità della specie. E dell’industria 5.0
Oltre all’attenzione per l’ambiente in tutte le sue accezioni, che va oltre le semplici dichiarazioni di intenti e che viene sempre più regolamentata, un primo concetto sul quale riflettere è quello dell’adattabilità. Il termine, immancabilmente, rimanda all’evoluzione darwiniana, che non premia il soggetto più forte, ma quello capace di adattarsi al cambiamento. E, in una società in rapida trasformazione, proprio l’adattabilità è alla base del successo di un’azienda moderna. Nessuna azienda può illudersi di essere competitiva utilizzando macchine e impianti di vent’anni fa. Ma nessuna azienda dovrebbe illudersi di essere competitiva utilizzando software di cinque anni fa. L’evoluzione della meccanica e dell’elettronica, infatti, sono decisamente più lente rispetto a quella dell’informatica e, per tale ragione, un’attenzione crescente deve essere dedicata proprio agli strumenti informatici chiamati a gestire i processi produttivi.
La digitalizzazione dei processi, che permette di integrare i sistemi di controllo della produzione, porta infatti a una maggiore consapevolezza nell’uso delle risorse nei processi produttivi. Una condizione che riduce gli sprechi, con risparmi economici immediati, e genera un minor impatto ambientale. Una piattaforma software in grado di automatizzare i processi, infatti, consente di adattarsi rapidamente alle richieste dei clienti, evitando la realizzazione di prodotti difficilmente commercializzabili e destinati ad essere prima stoccati e poi destinati al macero, con i costi e l’inquinamento che questo comporta.
I software di produzione, anche con l’avvento di Industria 5.0, hanno il compito di accelerare al massimo l’adattabilità e la capacità di reazione alle esigenze del mercato ed alle richieste del cliente. In questo contesto, l’esempio più significativo è rappresentato dalle piattaforme di pianificazione, grazie alle quali è possibile definire le priorità di produzione in funzione delle date di consegna, ma anche dei tempi necessari per l’attrezzaggio di una macchina, della disponibilità dei materiali o del costo dell’energia.
Allo stesso modo, il monitoraggio costante dei singoli processi garantisce una visione in tempo reale di quanto sta accadendo, per intervenire in modo tempestivo, con l’obiettivo di correggere eventuali errori o ritardi.
Meglio saperlo prima
Tutto quello che abbiamo raccontato è ormai una realtà acquisita nella maggior parte delle aziende manifatturiere. Gli imprenditori, però, sanno che, per essere competitivi, devono anticipare i concorrenti, proponendosi sul mercato con soluzioni innovative, che garantiscano un vantaggio competitivo da sfruttare al meglio dal punto di vista economico.
Nessun software, in realtà, è ancora in grado di sostituirsi alle capacità intuitive e visionarie di un manager aziendale. I software, di contro, sono in grado di fornire un significativo supporto al processo decisionale, proponendo addirittura indicazioni su quanto accadrà nel prossimo futuro. Nell’ambito della manutenzione, da anni si è affermato il concetto di manutenzione predittiva, ovvero della capacità di leggere, analizzare ed elaborare una serie di indicatori per prevedere quale sarà la vita utile di un’apparecchiatura o quando sarà necessario pianificare un intervento di manutenzione capace di anticipare un eventuale guasto. Allo stesso modo, proprio attraverso una corretta analisi del mercato e dei processi produttivi, le piattaforme di analisi predittiva forniscono importanti indicazioni su quanto accadrà all’interno di un’azienda. Una funzionalità resa possibile dall’analisi dei tempi per la produzione, con la capacità di valutare anche i fermi macchina, i tempi di attrezzaggio, le sospensioni programmate della produzione o l’arrivo di nuovi ordini, anche se legati alla stagionalità o a fenomeni di mercato di massa.
In un’ottica di attenzione all’ambiente ed alle persone, Industria 5.0 permette così di pianificare in modo intelligente gli interventi, sia a livello di organizzazione interna, sia di strategia aziendale, apportando un significativo vantaggio anche in termini commerciali. Quello che, sino a pochi anni fa, non era altro che l’intuito di un imprenditore, di un manager o di un responsabile della produzione, può oggi essere supportato dall’utilizzo di piattaforme di analisi predittiva, capaci di indicare, con elevata precisione, quali saranno gli eventi del prossimo futuro, sia in termini produttivi che di richieste di mercato, consentendo così di prepararsi al meglio a tali evenienze. La produzione reattiva sarà così sostituita dalla produzione proattiva, capace di anticipare le esigenze dei clienti.
GP Progetti è una software house specializzata nello sviluppo di soluzioni software per Industria 4.0. L’obiettivo è quello di fornire alle aziende strumenti avanzati per la gestione integrata dei processi produttivi, sfruttando le potenzialità offerte dalle tecnologie digitali. Le soluzioni consentono di automatizzare i processi produttivi, gestire e monitorare i dati in modo efficiente e analizzare le prestazioni di impianti e intere filiere. In questo modo, le aziende possono migliorare l’efficienza e la produttività, rimanendo competitive in un mercato sempre più globale e sfidante.