L’ultima indagine sulla conoscenza e sull’impiego delle tecnologie riconducibili all’Industry 4.0 è stata firmata da Avvenia. Lo studio mette in evidenza che la maggior parte delle aziende (98%) conosce queste tecnologie e che il 69% delle imprese ha adottato almeno una delle 12 tecnologie prese in esame da Avvenia: IoT (Internet of Thinks), IoE (Internet of Everythink), Big Data, Cloud Computing, sicurezza informatica, meccatronica, robotica, robotica collaborativa, stampa 3D, simulazione, materiali intelligenti e nanotecnologie.
Dall’analisi di Avvenia, il player italiano leader della white economy, emerge inoltre che il tasso di adesione alle nuove tecnologie cresce con l’aumentare delle dimensioni delle aziende prese in esame, passando da un 48% relativo alle piccole e medie imprese a un 90% relativo alle grandi aziende. E, poi ancora, ad avere una maggior propensione ad adottare le nuove tecnologie sono soprattutto le aziende più attive sui mercati internazionali.
Secondo Giovanni Campaniello, fondatore e amministratore unico di Avvenia, le aziende investono nelle nuove tecnologie “soprattutto per diventare più competitive e per raggiungere questo obiettivo oggi più che mai si rende necessario porre l’efficientamento energetico al centro di ogni progetto di sviluppo dell’economia delle imprese”. Del resto, sin dal 2001 Avvenia si è posta come obiettivo proprio quello di fornire una risposta significativa alle aziende per affrontare e risolvere in modo consapevole e sostenibile le problematiche legate all’efficienza energetica, diventando così pioniere di un nuovo modello di Industria 4.0″.
Proprio partendo dall’energia, Campaniello ha dato un impulso all’impegno di Avvenia per valorizzare la quarta rivoluzione industriale, ossia l’“Industria 4.0”, una rivoluzione in cui il punto di partenza non sono le micro o macro tecnologie quanto piuttosto un know-how prevalentemente italiano che oggi può consentire alle aziende di ogni dimensione il raggiungimento di nuovi livelli di competitività.
Non solo digitalizzazione
Un processo che, secondo Campaniello, non deve partire esclusivamente dalla digitalizzazione della produzione, quanto da valutazioni concrete dei possibili benefici. L’Industria 4.0 è infatti una rivoluzione il cui cardine è un’innovazione che deve portare alla creazione di nuovi modelli di business e quindi a una nuova competitività. Per questo si devono trasferire strumenti e metodi di conoscenza che possano determinare esattamente gli effetti di ogni modifica apportata all’azienda per rispondere ai mercati. “E la nostra presunzione è quella di poter fornire tali metodi in un modello di business che segue l’azienda nella crescita di tale valore fino alla realizzazione di quei progetti di sviluppo che l’insieme di Big Data trasformati in informazioni è in grado di mettere in luce”.
In particolare, secondo Avvenia, la rivoluzione dell’Industria 4.0 fatta con i metodi dell’efficienza energetica induce a dare un’esatta direzione a ciò che si intraprende per raggiungere traguardi concreti di incremento della competitività sui mercati. Lo stesso Campaniello ha inoltre commentato il piano Industria 4.0, varato dal governo, definendolo “una grande opportunità per diffondere nelle aziende italiane nuovi modelli operativi che consentiranno di rivoluzionare lo scenario in cui oggi si muovono le imprese”.
Del resto, secondo Avvenia, l’Italia si sta muovendo verso l’Industria 4.0 e i risultati di questo “cambiamento” porterà già nel 2017 a un’accelerazione del 50% della produttività e a una diminuzione del 30% dei costi di produzione delle imprese.