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    Il Piano Colao chiede di ripristinare l’iperammortamento

    By Massimiliano Cassinelli09/06/2020Updated:09/06/20204 Mins Read
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    Un intero capitolo del Piano Colao ribadisce il contributo dell’iperammortamento all’innovazione dell’industria italiana e propone di rinnovarlo

    A due mesi dall’insediamento del Comitato di esperti in materia economica e sociale, istituito attraverso un DPCM, con il compito “di elaborare e proporre al Presidente del Consiglio misure necessarie per fronteggiare l’emergenza epidemiologica COVID-19, nonché per la ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive, anche attraverso l’individuazione di nuovi modelli organizzativi e relazionali, che tengano conto delle esigenze di contenimento e prevenzione dell’emergenza”, è finalmente stato pubblicato il “Piano Colao”. Il piano prende il nome dal leader del Comitato e si articola in sei ambiti, con l’obiettivo dichiarato è creare “Un’Italia più forte, resiliente ed equa”.

     

    Riattivate il Piano Industria 4.0!

    In ambito industriale, nel capitolo dedicato a “Imprese e lavoro”, il capitolo 10 è interamente dedicato a “Innovazione tecnologica e proprietà intellettuale”. L’obiettivo, in questo caso, è quello di “incentivare l’innovazione tecnologica delle imprese con il ripristino e potenziamento delle misure previste da Industry 4.0 prevedendo una durata pluriennale degli incentivi (5 anni). Inoltre, aumentare i limiti per gli investimenti previsti per i crediti R&D, ampliare il regime del patent box a ulteriori beni immateriali e incrementare il beneficio previsto (anche ai fini del re-shoring ad alto valore aggiunto)”.

     

    Questo il contesto

    Il Piano Colao è arrivato a questa conclusione partendo da un’analisi del contesto basata su 3 punti essenziali:

    1. Il piano Industria 4.0 in passato ha favorito rilevanti investimenti nonostante presentasse alcuni limiti strutturali (in particolare connessi alla certezza dell’arco temporale di pianificazione degli investimenti). Nel 2017 gli investimenti in beni materiali sono stati 10 mld. €, in beni immateriali 3,3 mld.€, quelli in R&D 8,6 mld € (fonte MISE).
    2. A decorrere dal 2020 il piano industria 4.0 ha subito importanti modifiche con la transizione di iper e superammortamento ad un meccanismo di credito di imposta (aliquote rispettivamente pari al 40% fino a 2,5 M€ (20% da 2,5 M€ fino a 10 M€) e al 6% nel limite di costi pari a 2 M€). Anche il credito R&D (pur se ha beneficiato dell’eliminazione del requisito di incrementalità) è stato ridimensionato negli importi (il limite massimo attuale è pari al 12% su 3 M€).
    3. Nello scenario dei prossimi anni è importante stimolare investimenti suscettibili di generare più valore aggiunto per il Paese. L’innovazione è il fattore chiave. Lo stesso Manuale di Oslo indica che le imprese innovando i processi ed i prodotti contribuiscono a migliorare il sistema economico in cui operano.

     

    Iperammortamento più alto

    Alla luce di tali considerazioni (anche se il documento contiene un’imprecisione dell’indicazione delle percentuali del credito d’imposta), il Piano Colao indica al Governo alcune azioni specifiche:

    1. Ripristino integrale e potenziamento di iper-ammortamento (incremento del 150%-200% del costo di acquisto) e superammortamento (incremento del 40%-60% del costo di acquisto). Entrambe le agevolazioni devono intendersi come incremento del costo ammortizzabile e non come credito di imposta (e senza limite massimo).
    2. Per consentire la programmazione di un piano organico di investimenti si dovrà prevedere un’adeguata durata pluriennale del periodo di validità degli incentivi (almeno 4/5 anni).
    3. Possibilità di decidere autonomamente il periodo di iper/superammortamento (ammortamento accelerato). Applicazione dell’aliquota prevista per l’iper-ammortamento in relazione agli investimenti in software individuati nell’Allegato B alla legge istitutiva di tale regime (da integrare, ove necessario, per ricomprendere qualsiasi software/programma in ambito digitale e di A.I.) a prescindere dall’acquisto di beni materiali iperammortizzabili.
    4. Incrementare sia aliquote, sia massimale di investimento agevolabile per il credito R&D (arrivando ad es. ad un limite massimo del 20% per un investimento pari a 10 M€).
    5. Introduzione di forme semplificate di interpello con il MISE per risolvere problematiche applicative legate alla natura dei costi o delle attività agevolabili.
    6. Incremento del beneficio del patent box (dal 50% al 70%) e ampliamento ad ulteriori beni immateriali agevolabili (ad esempio lista clienti e lista fornitori). Modifica al limite del credito per le imposte assolte all’estero di cui all’art. 165, comma 10 Tuir.

     

    Gli imprenditori aspettano…

    Le indicazioni del Piano Colao (molto probabilmente concordate con il Governo) sono sicuramente apprezzabili dagli imprenditori e sarà interessante capire quali saranno le risposte da parte del Governo. I tempi di reazione, però, sono incerti.

    Una simile situazione, anziché rilanciare l’economia, crea però incertezza. Basti pensare che lo scorso 28 maggio, il Ministro Patuanelli ha annunciato di aver firmato il Piano Transizione 4.0. Ma ad oggi (9 giugno), il testo ufficiale del documento non è ancora stato fatto circolare. La nostra redazione ha avuto accesso alla bozza presentata alla Corte dei Conti. Ma il documento non riporta indicazioni chiare sugli investimenti relativi a macchine e impianti Industria 4.0. Così, ad oltre sei mesi dall’approvazione della Finanziaria 2020, permangono ancora una serie di incertezze, che sicuramente non aiutano la ripresa del sistema produttivo nazionale.

    A questo link può essere scaricato il testo integrale del Piano Colao

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    Massimiliano Cassinelli

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