I diversi Piani “Industria 4.0”, che ogni Paese ha declinato in modi differenti, stanno fornendo i primi risultati concreti e “misurabili” nell’industria dei diversi stati. Per questa ragione, la Corte dei Conti europea sta svolgendo un audit sul sostegno e sul finanziamento dell’UE alla digitalizzazione dell’industria e alla promozione dell’innovazione digitale in Europa. La Corte verificherà se la Commissione europea fornisca agli Stati membri un sostegno efficace per la digitalizzazione delle rispettive industrie, nonché se assista le start-up e le piccole e medie imprese (PMI) nei loro sforzi per passare al digitale.
Ecco i risultati preliminari
“Per restare competitiva, l’UE deve sostenere le imprese nella trasformazione digitale, attualmente in corso. La digitalizzazione dell’industria europea costituisce un’iniziativa cruciale in questo contesto e, tramite detto audit, la Corte desidera verificarne l’efficacia sino ad oggi”, ha affermato Iliana Ivanova, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit. “Ci si attende che entro il 2025 vengano fatti notevoli passi in avanti verso l’industria 4.0. Le imprese di tutta l’UE, ed in particolare le PMI, dovrebbero prepararsi ad adattare le loro modalità di lavoro tradizionali alla nuova tecnologia digitale”.
Per questa ragione, il 28 agosto, la Corte ha pubblicato una rassegna preliminare all’audit sulla digitalizzazione dell’industria europea. Questo tipo di documento fornisce ragguagli su un compito di audit in corso ed è inteso costituire una fonte di informazione per tutti coloro che sono interessati alla politica o ai programmi oggetto dell’audit.
Poche Pmi sono digitalizzate
L’industria 4.0 utilizza la tecnologia digitale per connettere persone, cose e processi in tempo reale. Questo processo cambia radicalmente la fabbricazione e il modo in cui si fa impresa ed aggiunge valore tramite maggiore velocità ed efficienza. Per stare al passo, le imprese di tutto il mondo dovranno trasformarsi e ciò richiede notevoli investimenti.
Per quanto riguarda lo sviluppo digitale, nell’UE vi sono ampie disparità tra regioni e settori, che vanno da oltre il 63 % nella programmazione informatica al 4 % nelle costruzioni. Le PMI costituiscono il 99 % di tutte le imprese, ma meno di un quinto di esse è altamente digitalizzato. Bisogna incoraggiarle a digitalizzare i loro processi di lavoro, in quanto spesso non dispongono delle risorse necessarie per far fronte da sole alla sfida della transizione digitale. Negli ultimi anni, la Commissione e gli Stati membri hanno avviato numerose iniziative per creare un mercato unico digitale e digitalizzare l’industria europea, con interventi nel campo dell’economia basata sui dati, dell’Internet delle cose e del cloud computing.
Nel 2016, la Commissione ha varato l’iniziativa “Digitalizzazione dell’industria europea”, che ha stimolato la creazione di poli dell’innovazione digitale. Questi centri “intelligenti” aiutano le imprese, in particolare le PMI e le start-up, con il più recente know-how e le più recenti tecnologie necessari per la loro trasformazione digitale. Si interfacciano inoltre con investitori in cambiamenti digitali e mettono in contatto fornitori di innovazioni digitali e potenziali utenti. I fondi per l’iniziativa ammontano a 11,5 miliardi di euro e sono forniti tramite il programma Orizzonte 2020 dell’UE ed il Fondo europeo di sviluppo regionale. La Commissione stima che detta iniziativa stimolerà investimenti pubblici e privati per quasi 40 miliardi di euro entro il 2020 e prevede di continuare a finanziare l’innovazione digitale nel periodo 2021-2027. La Corte esaminerà il sostegno prestato dalla Commissione agli Stati membri per la definizione, l’attuazione e il monitoraggio delle rispettive strategie di digitalizzazione e valuterà il livello di sostegno per i poli dell’innovazione digitale in Europa.
Verificherà inoltre se la Commissione stia contribuendo a creare un contesto giuridico idoneo all’era digitale e alla connettività digitale. Note agli editori Gli auditor della Corte analizzeranno una serie di progetti ed effettueranno eventuali visite in loco nei paesi selezionati (Germania, Ungheria, Polonia e Portogallo).
La pubblicazione della relazione di audit è prevista nel 2020.