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    Il “Milleproroghe” ammette l’interconnessione sino al 31 dicembre

    Di Redazione BitMAT24/02/2022Updated:28/02/2022Lettura 4 Min
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    Proroga sino al 31 dicembre 2022 dei termini per il Credito d’Imposta del 50% relativo ai beni “prenotati” nel corso del 2021

    Dopo il benestare del Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti che ha dato parere favorevole all’emendamento parlamentare, è stata accolta dal Governo la richiesta dei produttori di macchine (a nome di Giuseppe Lesce, Presidente di Federmacchine) di allungare i termini di consegna dei beni strumentali ordinati entro la fine del 2021 dal 30 giugno al 31 dicembre 2022, mantenendo l’aliquota più alta del Credito d’Imposta per il primo scaglione al 50%.

    In tal modo l’art. 1056, che nella versione originale era stato così declinato:

    1056. (OLD) Alle imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi indicati nell’allegato A annesso alla legge 11 dicembre 2016, n. 232, a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021, ovvero entro il 30 giugno 2022, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2021 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 50 per cento del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro, nella misura del 30 per cento del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro, e nella misura del 10 per cento del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.

    diventa:

    1056. (NEW) Alle imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi indicati nell’allegato A annesso alla legge 11 dicembre 2016, n. 232, a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021, ovvero entro il 31 dicembre 2022, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2021 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 50 per cento del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro, nella misura del 30 per cento del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro, e nella misura del 10 per cento del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.

     

    Attenzione alle date

    Si ricorda che la data indicata è riferibile al termine di consegna degli impianti ordinati ed oggetto della cosiddetta “prenotazione”: il termine di consegna è quello che si formalizza con l’effettuazione del collaudo (SAT e non FAT), data che sancisce il vero e proprio passaggio di proprietà (consegna) del bene dal venditore all’acquirente e nella quale si verifica l’effetto traslativo o costitutivo della proprietà (quindi l’effettuazione dell’investimento).

    La richiesta di Federmacchine è sicuramente motivata dalle attuali condizioni del contesto, per l’evidente difficoltà di reperimento delle materie prime e delle componenti elettroniche. Molte aziende produttrici di macchinari avrebbero rischiato di non riuscire a rispettare le scadenze di consegna pattuite con i clienti (a fronte delle indicazioni della Legge n. 178/2020) non per propria inefficienza, bensì per le condizioni attuali del mercato.

    Tale proroga non comporta peraltro alcun aggravio sulle casse dello Stato, poiché lo spostamento avviene all’interno dello stesso anno fiscale.

    Questo slittamento avrà benefici immediatamente misurabili su migliaia di imprese manifatturiere clienti dei costruttori di beni strumentali, imprese che, senza un intervento del Governo, rischiavano di vedere ridotto il beneficio fiscale legato all’acquisizione di quei macchinari.

     

    Il riferimento legislativo è la conversione in legge del Decreto Legge 30 dicembre 2021, n. 228 (cosiddetto “Milleproroghe”). L’emendamento  approvato è il 3.370, a firma Lupi, che dispone che “all’articolo 1, comma 1056, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, le parole: «ovvero entro il 30 giugno 2022» sono sostituite dalle seguenti: «ovvero entro il 31 dicembre 2022»”.

    «Grazie a un emendamento a mia firma approvato oggi (martedì 15 febbraio, ndr) al decreto Milleproroghe proroghiamo di sei mesi, fino al 31 dicembre 2022, le aliquote agevolative riferite al 2021 per gli investimenti in beni ordinari rientranti nel programma Transizione 4.0, a patto che gli stessi beni siano stati ordinati entro il 31 dicembre scorso e che sia stato saldato un acconto pari ad almeno il 20% del costo totale». Questo è quanto spiega in una nota Giorgio Lovecchio, vice capogruppo M5S in commissione Bilancio alla Camera.

     

    Ugo Gecchelin  ug@team40.it

    https://www.team40.it/

    31 dicembre Gecchelin proroga Transizione 4.0
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