Il secondo report della serie Future of Enterprises, intitolato “The Rise of the Smarter, Swifter, Safer Production Employee” e realizzato dall’Ericsson IndustryLab, si focalizza sulla trasformazione in atto che sta interessando il settore manufatturiero, in cui vi è una crescente richiesta di maggiore produttività ed efficienza.
Lo studio dei Ericsson si basa sui dati raccolti in 22 mercati, tra cui anche l’Italia, attraverso oltre 8.500 interviste online a decision maker e figure che lavorano nei reparti produttivi, ed è rappresentativo di circa 145 milioni di dipendenti nei mercati oggetto dell’indagine.
L’indagine prende in considerazione l’evoluzione delle tecnologie in ambito industriale e l’impiego di una serie di tool abilitanti che possono avere un impatto in termini di produttività e costi. Tra questi vi sono: AI, software video per il riconoscimento e l’analytics, controllo da remoto di macchine, veicoli e robot, AR e VR, veicoli e robot a guida autonoma, digital twins, robot collaborativi ed esoscheletri.
Molti degli intervistati da Ericsson per redigere il report, presentano un profilo di early-adopter, aspetto che li rende particolarmente importanti quando si tratta di analizzare il futuro del settore.
I principali risultati emersi dall’indagine di Ericsson sul mercato italiano
Un nuovo scenario
Nonostante la pandemia, il settore manifatturiero ha retto con successo all’impatto della crisi legata al Covid-19. Se a livello globale il 69% delle aziende rappresentate nello studio di Ericsson afferma che la loro performance finanziaria è rimasta invariata o è addirittura migliorata, l’Italia si posiziona ben al di sopra della media con il 78%.
Tuttavia, ci sono alcune sfide che il settore manifatturiero si trova ad affrontare come la concorrenza nazionale e internazionale che porta a una ricerca dei minori costi di produzione, la necessità di una maggiore flessibilità, la sicurezza sul lavoro, l’aggiornamento di macchinari e dispositivi per restare al passo con la costante evoluzione tecnologica, la riduzione dell’impatto ambientale e la resilienza delle supply chain in un contesto ancora condizionato dalla pandemia.
In prima linea
Secondo i risultati emersi dallo studio Ericsson, l’Italia si conferma uno dei Paesi frontrunner in termini di utilizzo di tool ICT, con il 48% delle imprese intervistate che utilizzano almeno 3 delle tecnologie prese in considerazione, rispetto al 41% della media globale.
Verso una completa automazione
Una tendenza che fa ben sperare anche per il futuro: se a livello globale il 64% degli intervistati afferma che la propria impresa arriverà ad essere automatizzata all’80% nei prossimi dieci anni, in Italia la percentuale sale al 77%.
Lo studio Ericsson offre un chiaro segnale che la direzione verso impianti sempre più automatizzati è quella giusta, come confermato dal riconoscimento dei vantaggi che l’implementazione di tecnologie abilitanti porta con sé in termini produttività e riduzione dei costi: il 77% dei decision maker italiani intervistati (contro il 75% a livello globale) ritiene che l’automatizzazione dei processi abbia portato o porterà a un incremento della velocità produttiva; mentre il 68% afferma che ha permesso o permetterà di ridurre i costi. Non solo, anche la sicurezza sul luogo di lavoro beneficia dei vantaggi dell’automazione: il 70% ritiene che abbia portato a una riduzione dei compiti e delle attività che comportano maggiori rischi per la propria incolumità sul lavoro.
Se ci si guarda indietro di dieci anni, i nostri decision maker ritengono che allora il livello medio di automazione delle proprie aziende era del 64% (contro il 57% a livello globale), mentre oggi viene valutato al 72% (contro il 69% a livello globale) e fra dieci anni stimano che sarà all’84% vs. il 79% di media a livello globale.
La connettività wireless come componente fondamentale
Quasi tutti gli intervistati da Ericsson hanno ben chiara l’importanza della connettività wireless, come il 5G, per sfruttare tutto il potenziale dei tool ICT. In Italia sono il 79% (contro il 75% a livello globale) e l’83% ha dichiarato di aver già implementato delle reti 5G o di avere programmato di farlo entro i prossimi cinque anni.
Uno sguardo al futuro
Quali sono le prospettive per le nostre imprese? Il 67% ritiene che verranno adottati 7 o più dei tool presi in considerazione, un upgrade tecnologico che richiederà anche un miglioramento dal punto di vista delle competenze. Il 42% degli intervistati da Ericsson. che lavorano nei reparti produttivi, si è detto pronto per essere formato con nuove competenze richieste da tipologie di lavoro più avanzate e il 60% si aspetta che il percorso di apprendimento sia costante ed esponenziale nel corso del tempo sino al 2030.
Un futuro in cui, secondo l’84% degli italiani intervistati, l’AI verrà impiegata nei processi produttivi nei prossimi dieci anni, ma in cui, secondo il 77%, il fattore umano conterà almeno per metà in quelli decisionali. Un aspetto confermato anche dal fatto che il 61% dei decision maker italiani intervistati per lo studio di Ericsson ritengono che i propri dipendenti dovranno avere maggiori capacità di problem solving, analisi dei dati e programmazione.