Erano numerosi i segnali che lasciavano sperare in un rinnovo, già dal 2023, del Piano Nazionale Industria 4.0 / Transizione: Come risaputo, infatti, dal prossimo anni l’aliquota del Credito d’imposta scenderà dall’attuale 40% a solo il 20%, mettendo in crisi una serie di aziende che, complici anche i ritardi nelle forniture, speravano in una proroga. Al contrario la Finanziaria 2023 (nota anche come Legge di Bilancio), presentata ufficialmente il 29 novembre alla Camera non contiene alcun riferimento al Piano Transizione 4.0.
Deluse le attese
Si tratta di una “dimenticanza” che lascia basiti, anche alla luce di quanto si stava muovendo da tempo. Già dalla scorsa primavera, infatti, i tecnici del Mise erano al lavoro per introdurre alcune novità e la stessa premier Meloni, al momento del proprio insediamento, aveva ribadito il proprio supporto alle attività produttive.
Segnali forti, inoltre, erano arrivati nel corso dell’assemblea annuale di Confindustria, svolta di fronte al Papa Francesco, nel corso della quale il presidente Carlo Bonomi era stato molto diretto ““Industria 4.0 era ed è – se la ripristiniamo integralmente e, anzi, la potenziamo rendendola incentivo strutturale e non a tempo – la via maestra da seguire per realizzare al meglio queste sfide”.
Il tutto in un contesto europeo in cui la burocrazia italiana non riesce a spendere i fondi del PNRR, liquidità di cui avrebbero invece bisogno le aziende italiane.
C’è ancora speranza nella nuova Finanziaria?
L’assenza di indicazioni precise nella Finanziaria 2023 attualmente in discussione non significa, però, la scomparsa delle agevolazioni 4.0. Questo perché il documento, come affermato dalla stessa Maggioranza, è ancora migliorabile. Inoltre le opposizioni (primo tra tutti Carlo Calenda, che diede il proprio nome al primo Piano Industria 4.0) stanno chiedendo il rinnovo delle agevolazioni attualmente in vigore. Inoltre, negli ultimi anni, siamo stati abituati al fatto che le norme venissero modificate nelle ultime ore di discussione, anche per prevenire speculazioni e forzature da parte di alcuni imprenditori.
Come avvenuto la scorsa primavera, quando il 21 febbraio il Decreto Milleproroghe posticipò al 31 dicembre del 2022 la scadenza per completare l’interconnessione dei beni per i quali era stato versato un anticipo nel corso del 2021, il Governo dispone inoltre di una serie di strumenti che possono continuare ad agevolare la digitalizzazione delle aziende produttive italiane. Strumenti che, si auspica, vengano utilizzati per non interrompere una serie di investimenti già in atto, ma ostacolati da ritardi nelle consegne e nella difficoltà a reperire System Integrator davvero qualificati.
Ricordiamo comunque che, allo stato attuale, rimangono in vigore , anche per il 2023, le agevolazioni definite dalla Finanziaria 2022 e riassunte in questo articolo.
Scarica dal link sottostante la versione integrale della Legge Finanziaria 2023 attualmente in discussione