Una ricerca svolta dal Ministero per lo Sviluppo Economico svela che la diffusione delle tecnologie Industria 4.0 riguarda solo l'8% delle aziende italiane. Secondo il Rapporto-MiSE-MetI40 “La diffusione delle imprese 4.0 e le politiche: evidenze 2017” emergono, infatti, indicazioni poco positive sulla digitalizzazione delle imprese italiane.
L'aspetto più preoccupante della ricerca, diffusa lo scorso luglio, è legato al fatto che quasi l'87% delle imprese “tradizionali” non ha nemmeno in programma interventi futuri. Naturalmente, la propensione verso queste tecnologie aumenta in maniera significativa al crescere delle dimensioni aziendali: già al di sopra dei 10 addetti le imprese 4.0 rappresentano il 18,4% del totale delle piccole imprese, tra le aziende tra i 50 e i 249 addetti si raggiunge il 35,5% dei soggetti, sino ad arrivare al 47,1% delle imprese con almeno 250 addetti.
Preoccupa il DEF2019
Indicazioni ancora più preoccupanti sono arrivare dal DEF 2019 (Documento di Economia e Finanza 2019), che indica un drastico taglio degli incentivi fiscali connessi al Piano Industria 4.0.
Benché nel testo sia indicato un “Rafforzamento del venture capital e del Piano ‘Impresa 4.0 e promozione dell’innovazione tecnologica per sostenere le imprese nelle attività di ricerca e innovazione”, le modifiche vanno in tutt'altra direzione. La tabella III.1-13 misure discrezionali adottate dalle amministrazioni centrali (5.b), nel capitolo “Ulteriore proroga Super- e iper-ammortamento”, è decisamente chiara: “Proroga con riduzione per il 2019 del regime dell'Iper ammortamento (175% + 120% software)”.
La misura, si legge nel testo prevede la “Proroga del bonus fiscale sugli ammortamenti connessi agli investimenti in macchinari e attrezzature effettuati nel 2019 per contribuire al rinnovamento del capitale produttivo delle imprese, con alcune modifiche nell'entità”. Però, benché il DEF rappresenti un'indicazione e non sia ancora legge, il taglio dell'iperammortamento dal 250% al 175% comporta che la detrazione fiscale passerà dal 36% a poco più del 25%. Un taglio radicale, che sta inducendo molte aziende a concludere l'installazione di macchine e impianti entro il 31 dicembre.
Quali sono le trappole?
Questa improvvisa accelerazione, tra gli altri aspetti, induce molte aziende a fidarsi d fornitori che vendono le proprie macchine come “certificate Industria 4.0”, senza specificare che, benché una macchina possa potenzialmente accedere ai benefici dell'iperammortamento, è indispensabile che sia connessa al gestionale aziendale e risponda a un'ulteriore serie di requisiti, che possono essere verificati solo dopo l'interconnessione.
Anche la perizia tecnica, obbligatoria per investimenti superiori a 500mila euro (ma fortemente consigliata anche per cifre inferiori), deve essere affidata a periti e ingegneri effettivamente competenti nel settore specifico, evitando di affidarsi a professionisti con esperienze diverse.
Occorre infatti ricordare che, nel caso in cui future ispezioni da parte del Ministero dovessero verificare il mancato rispetto dei requisiti obbligatori, le sanzioni saranno a carico delle aziende e non dei consulenti.
Alla luce di queste ragioni, il 25 ottobre alle 16, il direttore scientifico di BitMAT ed esperto del Piano Industria 4.0 Massimiliano Cassinelli, sarà relatore del workshop Industria 4.0, non cadere nella trappola!
La partecipazione è gratuita, ma è consigliabile l'iscrizione.
É possibile anticipare eventuali quesiti direttamente all'indirizzo mail dell'ing. Cassinelli: m.cassinelli@bitmat.it
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