La Commissione Europea con la Circolare “Aiuto di Stato SA.100380 (2021/N)” ha approvato la carta dell’Italia per la concessione degli aiuti a finalità regionale dal 1º gennaio 2022 al 31 dicembre 2027 nel quadro degli orientamenti riveduti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale. Questo documento sostituisce la precedente “Carta degli Aiuti di Stato 2014-2020” che, dopo essere stata prorogata al 31.12.2021, dal primo gennaio 2022 non è più in vigore.
Gli orientamenti riveduti, adottati dalla Commissione il 19 aprile 2021, sono quindi in vigore dal 1º gennaio di quest’anno. Essi consentono agli Stati membri di aiutare le regioni europee meno favorite a recuperare il ritardo accumulato e di ridurre le disparità in termini di benessere economico, reddito e disoccupazione – obiettivi di coesione che sono al centro delle politiche dell’Unione. Offrono inoltre agli Stati membri maggiori possibilità di dare sostegno alle regioni che affrontano una transizione o sfide strutturali, come lo spopolamento, affinché possano contribuire pienamente alla transizione verde e digitale.
Allo stesso tempo, gli orientamenti riveduti mantengono solide garanzie per impedire agli Stati membri di utilizzare fondi pubblici per innescare la delocalizzazione di posti di lavoro da uno Stato membro dell’UE a un altro, aspetto essenziale per la concorrenza leale nel mercato unico.
La carta degli aiuti a finalità regionale dell’Italia indica le regioni italiane ammissibili agli aiuti per investimenti a finalità regionale. La carta stabilisce inoltre le intensità massime di aiuto nelle regioni ammissibili. L’intensità dell’aiuto è l’importo massimo dell’aiuto di Stato che può essere concesso per ciascun beneficiario, espresso sotto forma di percentuale dei costi di investimento ammissibili.
Come è stabilita la collocazione in area “a” e “c” e le intensità di aiuto?
A norma degli orientamenti riveduti, un gruppo di regioni che ospitano il 41,99 % della popolazione italiana sarà ammissibile agli aiuti per investimenti a finalità regionale:
- Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna (che totalizzano il 32% della popolazione italiana) rientrano tra le regioni più svantaggiate dell’UE, con un PIL pro capite inferiore al 75 % della media UE. Tali regioni sono ammissibili agli aiuti a norma dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera a), TFUE (le cosiddette “zone a“), con intensità massime di aiuto per le grandi imprese comprese tra il 30 % e il 40 %, in funzione del PIL pro capite della “zona a” di appartenenza;
- l’Italia ha la possibilità di designare cosiddette “zone c non predefinite” per un massimo del 9,99 % della popolazione nazionale. La designazione specifica delle “zone c non predefinite” può avvenire in futuro e comporterebbe una o più modifiche della carta degli aiuti a finalità regionale approvata oggi.
In tutte le zone menzionate, le intensità massime di aiuto possono essere maggiorate di 10 punti percentuali per gli investimenti delle imprese di medie dimensioni e di 20 punti percentuali per gli investimenti delle piccole imprese (per i loro investimenti iniziali con costi ammissibili fino a 50 milioni di EUR).
Una volta definito un futuro piano territoriale per una transizione giusta nell’ambito del regolamento sul Fondo per una transizione giusta, l’Italia avrà la possibilità di notificare una modifica della carta degli aiuti a finalità regionale approvata oggi, al fine di applicare un potenziale aumento dell’intensità massima di aiuto nelle future aree di transizione giusta, come specificato negli orientamenti riveduti per le “zone a”.
L’intensità di aiuto nelle varie situazioni
Le regioni sono ammissibili agli aiuti con intensità massime di aiuto:
- per le grandi imprese comprese tra il 30% e il 40%, in funzione del PIL pro capite della “zona a” di appartenenza;
- una maggiorazione – rispetto alla intensità di aiuto prevista per le grandi imprese – di 10 punti percentuali per gli investimenti delle imprese di medie dimensioni;
- una maggiorazione – rispetto alla intensità di aiuto prevista per le grandi imprese – di 20 punti percentuali per gli investimenti delle piccole imprese (per i loro investimenti iniziali con costi ammissibili fino a 50 milioni di EUR).
Importanti novità positive dalla Carta degli aiuti di Stato 2022-27
La Commissione Europea ha approvato la carta degli aiuti a finalità regionale dell’Italia accogliendo le proposte fatte dalle autorità italiane ovvero:
- di applicare un’intensità massima di aiuto per le grandi imprese pari al 40% nelle regioni ITF3 Campania, ITF4 Puglia, ITF6 Calabria e ITG1 Sicilia;
- di applicare un’intensità massima di aiuto per le grandi imprese pari al 30% nelle regioni ITF2 Molise, ITF5 Basilicata e ITG2 Sardegna per l’intero periodo dal 1º gennaio 2022 al 31 dicembre 2027.
Il punto 179 degli orientamenti stabilisce che l’intensità massima di aiuto per le grandi imprese situate nelle “zone a”:
- il cui PIL pro capite è superiore al 55% e inferiore o uguale al 65% della media UE-27 non deve superare il 40%;
- il cui PIL pro capite è superiore al 65 % della media UE-27 (ma non superiore al 75%), l’intensità di aiuto per le grandi imprese non deve superare il 30%.
Ebbene le autorità italiane, alla luce del PIL pro capite di ciascuna regione hanno evidenziato i seguenti PIL pro capite per ciascuna delle “zone A”:
Regioni in “zona A” | PIL pro capite (rispetto alla media UE) | Intensità di aiuto per GRANDI imprese | Intensità di aiuto per MEDIE imprese | Intensità di aiuto per PICCOLE imprese |
ITF3 Campania | 62,67% | 40% | 50% | 60% |
ITF4 Puglia | 63,33% | 40% | 50% | 60% |
ITF6 Calabria | 57,33 | 40% | 50% | 60% |
ITG1 Sicilia: | 59,67% | 40% | 50% | 60% |
ITF2 Molise | 69,33% | 30% | 40% | 50% |
ITF5 Basilicata | 74,67% | 30% | 40% | 50% |
ITG2 Sardegna | 70,33% | 30% | 40% | 50% |
La nuova carta degli aiuti di stato a finalità regionale 2022-2027 per l’Italia ha, pertanto, determinato:
- aumento dell’intensità di aiuto per le grandi imprese che passa dal 25% al 30% in Basilicata, Sardegna e al 40% in Puglia, Calabria, Sicilia e Campania;
- conseguente possibilità per le piccole imprese del Mezzogiorno, pertanto, di ottenimento di aiuti fino al 60% degli investimenti ammissibili (dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2027);
- inserimento del Molise in zona A il che garantisce a tutta la regione di esser ammessa alla intensità di aiuto di Basilicata e Sardegna (si veda punto 1) superando l’inquadramento previsto fino al 31.12.2021 il quale obbligava a verificare i comuni della regione ammessi ad agevolazione e quelli esclusi (e comunque prevedeva l’applicazione di una intensità di agevolazione ridotta rispetto a quella prevista per le regioni del sud).
In termini concreti? La Legge finanziaria per il 2022 ha già previsto all’art.175 la modifica della disciplina per il “Credito d’imposta per il Mezzogiorno” contenuta nella L.208/15 prevedendo l’adeguamento della mappa dei territori beneficiari alla nuova Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027. Con conseguente applicazione agli investimenti in Molise di un’intensità di credito superiore rispetto a quella usata fino a oggi.
Maria Chiara Di Carlo
Articolo realizzato con la consulenza del dott. Luigi Lavecchia – per qualsiasi dubbio o approfondimento è possibile contattare il dott. Lavecchia all’indirizzo: studio.lavecchia@gmail.com