Il Credito d’Imposta per gli Investimenti nel Mezzogiorno (più noto come Bonus Sud), introdotto con la L.208/2015 (legge di stabilità per il 2016), come noto permette alle imprese di tutte le dimensioni (infatti la normativa consente la presentazione delle istanze tanto alle micro-piccole-medie imprese quanto alle grandi imprese) identificate come “soggetti titolari di reddito d’impresa” e localizzate nei territori agevolati di godere di un credito di imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione.
L’intensità dell’agevolazione Bonus Sud dipende dalla dimensione di impresa così come previsto dalla Carta degli Aiuti di Stato (che fissa l’Equivalente Sovvenzione Lorda massima al 45% per le micro-piccole imprese, al 35% per le medie imprese ed al 25% per le grandi imprese). Tale agevolazione, inoltre, è cumulabile con i benefici del Piano Transizione 4.0 (ex Piano Industria 4.0)
Tale intensità va quantificata anche verificando l’eventuale presenza di altre agevolazioni tali da configurarsi come “aiuti di stato” – richieste sugli stessi costi ammissibili – le quali evidentemente concorrono al “cumulo” nei limiti dell’intensità di aiuto massima ammissibile sopra descritta.
Per poter godere dell’agevolazione occorre presentare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate utilizzando un modello (CIM17) disponibile, insieme alle istruzioni ed al software di compilazione al seguente link del sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate:
Gli investimenti oggetto di agevolazione devono essere destinati a strutture produttive nel Mezzogiorno definito come regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo (con la precisazione che relativamente alle regioni Molise ed Abruzzo occorra necessariamente far riferimento all’elenco dei comuni ammessi indicato nelle istruzioni al modello CIM17 in quanto non tutti i comuni di tali regioni, appunto, risultano “ammissibili”).
Il modello CIM17 non prevede il 2022
Ebbene come noto ad oggi è possibile candidare progetti di investimenti lungo il periodo che va dal 1° gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2021.
La legge 178/2020 (legge di stabilità per il 2021) in effetti ha realizzato una proroga biennale della misura estendendola fino al 31 dicembre 2022.
Il modello CIM17, pur tuttavia, è stato “aggiornato” solo con l’aggiunta dell’annualità 2021 e non anche del 2022.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, con provvedimento del 9 marzo 2021 (Prot. n. 65238/202) ha avuto modo di evidenziare come l’articolo 1, comma 171, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, abbia prorogato al 31 dicembre 2022 il regime agevolativo previsto dall’articolo 1, commi da 98 a 108, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, e successive modifiche.
A rischio la proroga per il 2022
In esecuzione degli adempimenti europei previsti dall’articolo 11 del Regolamento (UE) n. 651/2014, è stata effettuata la comunicazione alla Commissione europea della proroga del regime SA. 56349 relativo al credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno di cui all’art. 1, commi 98 – 108 della legge 28 dicembre 2015, n. 208.
Tale comunicazione è riferita al solo anno 2021 in considerazione della proroga sino al 31 dicembre 2021 degli Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale 2014-2020 e della Carta italiana degli aiuti a finalità regionale 2014-2020.
La preoccupazione delle imprese
Ebbene in questi mesi moltissime aziende, in concomitanza con l’avvio della programmazione aziendale per l’esercizio 2022 (attività di budgeting e di pianificazione degli investimenti) stanno definendo – cosa resa ancor più indispensabile dalla situazione di carenza di offerta per moltissimi ambiti produttivi determinata da una serie di elementi macroeconomici che determinano una situazione di eccesso di domanda di “tecnologie” rispetto all’offerta – la sottoscrizione di accordi giuridicamente vincolanti per potersi assicurare la consegna di beni entro la fine dell’esercizio 2022.
Molti di tali investimenti sono sostenuti proprio dalla convinzione di poter disporre del Bonus Sud anche per tutto il 2022, stante la proroga operata dalla L.178/2020.
Ebbene occorre segnalare – non senza preoccupazione – come ad oggi non sia stata offerta alcuna rassicurazione né da parte del MISE né da parte dell’Agenzia delle Entrate circa:
1) l’effettiva operatività di detta proroga al 2022 dell’agevolazione;
2) il momento in cui il software CIM17 permetterà di richiedere l’autorizzazione al credito d’imposta Mezzogiorno fino al 31.12.2022.
Le norme europee vietano la proroga del Bonus Sud
Su tale fronte, proprio leggendo tra le pieghe delle motivazioni indicate dal direttore dell’Agenzia delle Entrate in occasione del provvedimento del 9 marzo 2021 sopra citato, si comprende come – in base alla normativa vigente – per l’anno 2022 non sarà possibile beneficiare del credito d’imposta Mezzogiorno, in quanto detto credito può essere fruito nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato e, precisamente, nel rispetto del Regolamento UE n. 651 del 2014 la cui validità termina il 31 dicembre 2021.
Il modello CIM17 non sarà, pertanto, oggetto di aggiornamento per quanto riguarda l’estensione all’annualità 2022 del credito d’imposta Mezzogiorno.
Sarà necessario rivedere il Regolamento UE n.651/2014 per individuare un nuovo “regime” di gestione dell’agevolazione prima di poter assistere all’effettiva proroga del credito d’imposta Mezzogiorno al 31 dicembre 2022.
Ciò evidentemente mal si concilia con le esigenze del mondo produttivo che non può procrastinare la “decisione” dell’investimento al momento futuro (ad oggi sconosciuto) in cui si avrà certezza dell’effettiva possibilità di godimento del credito d’imposta mezzogiorno sull’investimento programmato.
Maria Chiara Di Carlo
Articolo realizzato con la consulenza del dott. Luigi Lavecchia – per qualsiasi dubbio o approfondimento è possibile contattare il dott. Lavecchia all’indirizzo: studio.lavecchia@gmail.com