Le Officine grandi riparazioni di Torino hanno fatto da palcoscenico al ministro Carlo Calenda in occasione della presentazione “Risultati del 2017 e le azioni per il 2018 del Piano Nazionale Impresa 4.0”
“Impresa 4.0 – ha affermato lo stesso Calenda in apertura del proprio intervento – non è il piano di un Governo, ma frutto di un lavoro congiunto e con un monitoraggio costante dei risultati”.
Ancor prima di tracciare un bilancio, lo stesso ministro ha sottolineato come, in un Paese che esporta macchine e macchine utensili, la riduzione degli investimenti interni rischi di rafforzare i competitor a scapito delle aziende italiane.
Un rischio che il Piano Industria 4.0 si è proposto di arginare proprio incentivando gli investimenti in innovazione. E i risultati concreti sono rappresentati da una crescita dell'11% negli investimenti in beni che possono usufruire di super e iper-ammortamento.
Da un'analisi più dettagliata, ha rimarcato lo stesso Calenda, abbiamo però deciso di alleggerire il superammortamento, potenziando invece l'iperammortamento, che “porta un elevato livello di innovazione nelle aziende italiane”.
No alla tassa sui robot
Guardando ai mercati internazionali, il ministro ha mostrato come l'Italia, in termini di export, abbia ottenuto risultati addirittura superiori rispetto a concorrenti come Francia e Germania. E l'innovazione riveste un ruolo fondamentale in questo ambito. Perché senza un rafforzamento della competitività, l'export si ferma. In pratica, come ha sintetizzato Calenda, l'innovazione e l'internazionalizzazione vedono la ripresa dell'Italia. Anche per questa ragione creare dazi e tasse sui robot, sarebbe un'operazione suicida.
Ricerca, innovazione e formazione
Alla luce dei recenti annunci nell'ambito della formazione e dei centri di competenza, l'analisi successiva si è focalizzata su ricerca, innovazione e formazione. Aspetti fondamentali per un settore attraverso da profondi cambiamenti.
Da qui la scelta di ampliare il Credito d'imposta su ricerca e innovazione, il che ha portato a raddoppiare il numero di imprese che ne hanno beneficiato. Ma, soprattutto, ha convinto le aziende a investire sempre più in questa direzione, al punto che, ha anticipato Calenda, nei prossimi mesi l'80% delle aziende accresceranno i propri investimenti proprio in ricerca e sviluppo: “Le imprese, quindi, hanno ripreso a investine e lo stanno facendo velocemente”. Di contro, ha ammesso, “abbiamo ancora il problema del Venture Capital e gli strumenti in campo non sono stati sufficienti. Bisogna investire di più: siamo il Paese delle PMI ma non delle Start Up”.
Anche per questa ragione è stato stanziato un ulteriore miliardo di euro per il Fondo di Garanzia, aprendolo sempre più ad “imprese che vogliono investire e oggi hanno un rating intermedio, con difficoltà nell'accedere al credito tradizionale”.
Le persone oltre le tecnologie
Le tecnologie, da sole, non bastano. Per questo Calenda ha ribadito il focus su competenze e formazione, che rappresentano la vera chiave di volta perché “Impresa 4.0 non spiazzi i lavoratori italiani”.
Da qui anche la scelta di potenziare gli Istituti Tecnici Superiori. “C'è forte richiesta di studenti ITS – continuato Calenda – e questo è il metodo più veloce per recuperare occupazione giovanile, che possono essere i quadri intermedi, ma anche un vivaio di nuovi imprenditori”.
La transizione di Impresa 4.0 è fondamentale: l'uomo rischia di essere agito dalle macchine. Invece deve essere l'uomo che governa le macchine e le innovazioni tecnologiche. Queste transizioni devono essere gestite. Occorre investire nella tecnologia, ma soprattutto nelle competenze e nella cultura per leggere questi cambiamenti. L'innovazione tecnologica spaventa, ma deve essere governata con spirito umanistico e il nostro Paese è il più attrezzato culturalmente a farlo”.