La tecnologia è da sempre al centro del dibattito della manifattura. Un ambito che vent’anni fa ha visto una forte accelerazione delle proprie dinamiche evolutive e ha assunto un peso primario nel guidare le strategie di crescita delle aziende. «Soprattutto, le aziende hanno iniziato a rendersi conto che le soluzioni tecnologiche rappresentano uno strumento, non un fine del processo di sviluppo – spiega Fabio Valgimigli, direttore generale di Quin S.r.l., società di Udine specializzata nella consulenza in ambito Operations e Project Management – i sistemi informativi sono ormai un passo avanti rispetto ai processi aziendali, pertanto implementare nuovi strumenti IT comporta la necessità d’intervenire sull’organizzazione stessa, andando ad ottimizzare sia i processi che le nuove tecnologie che andranno a supportare».
Oggi il rapporto tecnologia-industria si fa più stretto che mai, con le aziende chiamate a gestire un contesto sempre più competitivo, complesso e in costante cambiamento. Aumenta la frammentazione geografica della filiera produttiva, con processi produttivi più articolati e distribuiti all’interno di network di dimensioni globali, diminuiscono le dimensioni dei lotti di produzione e il time-to-market si fa sempre più breve. Il mercato si muove guardando non solo la varietà e la personalizzazione dell’offerta, ma anche le tempistiche, la puntualità e la frequenza delle consegne, dando ormai per scontata la qualità.
L’obiettivo diventa quindi migliorare il servizio al cliente e gestire efficacemente le attività dell’intera filiera produttiva. Ma nell’era in cui il tasso di crescita delle tecnologie ha superato il livello dell’adattabilità umana, quali scenari si aprono per le aziende?
A dare risposta a questo interrogativo mira l’evento “Optimize for Learning” organizzato da Quin il 25 maggio a Villa Ottoboni, Padova. «Esiste un gap tra le potenzialità degli strumenti e il contesto applicativo che bisogna colmare – continua Valgimigli – vogliamo offrire la possibilità di scoprire nuove vie per imparare velocemente a governare la complessità, portando concreti casi di successo di due aziende di primo piano del nostro panorama industriale: Marcegaglia e illycaffè».
Con gli interventi di Luciano Villa, Supply Chain Manager divisione Tubi in Marcegaglia e Fabio Attruia, Responsabile Industrializzazione in illycaffè, si condivideranno strategie e soluzioni per disporre di visibilità di medio-lungo periodo sugli eventi, intervenire proattivamente sugli imprevisti, organizzare e portare a termine le attività in modo snello, flessibile ed efficace, mantenendo sempre al centro le risorse umane.
Il caso Marcegaglia
Pilastro nel panorama industriale internazionale che affonda le sue radici nel mondo metallurgico, Marcegaglia è una realtà che porta sul mercato oltre 5,4 milioni di tonnellate d’acciaio ogni anno.
Fedele alla volontà di garantire sempre l’eccellenza della propria offerta e per far fronte con crescente efficienza alle complessità dei mercati, Marcegaglia ha deciso d’intraprendere un percorso d’attenta analisi e valorizzazione della propria rete logistico-produttiva nella divisione Carbon Steel Activities (che include prodotti piani – coils, nastri e lamiere in acciaio al carbonio e pre-verniciato – e tubi in acciaio al carbonio).
Un progetto che è nato come naturale conseguenza della formula di successo che ha consentito a Marcegaglia di consolidare la propria leadership: l’accurata strategia di potenziamento dell’efficienza dei propri fattori produttivi s’inserisce all’interno di un’ottica di miglioramento continuo che da sempre caratterizza il Gruppo.
La vastità delle dimensioni del contesto e l’organizzazione consolidata hanno reso sfidante l’introduzione del progetto di miglioramento della Supply Chain Governance. Per rispondere all’ambizioso obiettivo di migliorare ulteriormente il livello di servizio al mercato e garantire la migliore valorizzazione possibile delle risorse interne d’approvvigionamento, di produzione e distribuzione, è stato fondamentale implementare un percorso di sviluppo graduale in grado di abbracciare contemporaneamente le persone, i metodi e gli strumenti informatici. Partendo dall’introduzione e dall’adattamento di best practice alle specificità del contesto, si sono reingegnerizzati i processi ed è stata ristrutturata l’organizzazione. Questo inserendo e formando le nuove figure professionali, fino ad arrivare all’introduzione e alla messa a sistema degli strumenti informatici a supporto più adatti al contesto.
Il caso illycaffè
Nata con il sogno di offrire il miglior caffè al mondo, nei suoi 83 anni di vita l’azienda triestina ha raggiunto 140 Paesi dove ad oggi continua ad essere presente generando un fatturato che sfiora i 400 milioni. illycaffè ha una storia fatta di innovazione (suo il merito di aver introdotto scoperte radicali nel mondo del caffè: la pressurizzazione nel 1934, l’espresso nel 1935 e la cialda monodose nel 1974) e, in un mercato oramai maturo come quello del caffè, nel processo continuo di miglioramento porta avanti la sfida di trovare nuove vie alla crescita, in un contesto sempre più complesso.
Per la gestione dei propri progetti d’industrializzazione all’interno della propria Supply Chain gli approcci tradizionali sono stati ormai superati da metodi più agili, che mettono al centro le risorse e una gestione efficace d’attività e scadenze. Con l’introduzione di metodi e strumenti flessibili, sono state individuate nuove modalità per consentire ai team di lavorare in maniera snella, gestendo i cambiamenti, rispettando tempistiche e budget.