Il presidente Mattarella ha firmato il D.D.L 11/11/2021 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno fiscale 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024”, che passa ora all’esame del Senato.
Il testo sottoscritto dal Presidente della Repubblica conferma, per quanto riguarda la proroga del Piano Transizione 4.0 (ex Piano Industria 4.0), quanto scritto nella bozza che era approdata alla Camera.
Tagli drastici dal 2023 e approvati da Mattarella
Per gli investimenti in beni strumentali compresi nell’allegato e che soddisfano i 5+2 requisiti dell’originario Piano Industria 4.0, nel corso del 2022 il credito d’imposta scenderà dal 50% al 40%. Mentre la riduzione più significativa scatterà dal primo gennaio del 2023. All’’articolo 10 si legge infatti che per le imprese che effettuano “investimenti in beni strumentali nuovi indicati nell’allegato A” “a decorrere dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2025”, “il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 20 per cento del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro, nella misura del 10 per cento del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro, e nella misura del 5 per cento del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro”.
Si salva il software
Rimane invece invariata, almeno per un ulteriore anno, l’agevolazione per i beni immateriali dell’allegato B, ovvero i software, che sino al 31 dicembre 2023 continueranno a godere di un credito d’imposta al 20% “nel limite massimo annuale di costi ammissibili pari a 1 milione di euro. Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute in relazione all’utilizzo dei beni di cui al predetto allegato B mediante soluzioni di cloud computing, per la quota imputabile per competenza”.
I tagli scatteranno invece dal 1° gennaio 2024, perché gli investimenti datati 2024 verrà riconosciuto un credito d’imposta del 15%, con il limite di spesa fissato in un milione di euro.
Le riduzioni continueranno anche l’anno successivo (ovvero il 2025), quando il credito d’imposta scenderà al 10%.
Limitazioni per la Nuova Sabadini
L’articolo 11 riguarda la Nuova Sabadini è prevede quanto segue al comma 2: “All’articolo 2, comma 4, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, le parole: «in un’unica soluzione, secondo le modalità determinate con il medesimo decreto» sono sostituite dalle seguenti «in più quote determinate con il medesimo decreto. In caso di finanziamento di importo non superiore a 200.000 euro, il contributo può essere erogato in un’unica soluzione nei limiti delle risorse disponibili.”
Proprio il limite dei 200.000 euro erogabili in un’unica soluzione appare limitativo anche per le PMI. Occorre però ricordare che, come dimostra l’esperienza degli scorsi anni, che anche dopo la firma del presidente Mattarella, la Finanziaria subisce spesso modifiche integrazioni sino all’ultimo giorno. Occorrerà quindi attendere la versione definitiva varata (probabilmente) nella seconda metà di dicembre.
Scarica il testo integrale della Bozza delle Legge di Bilancio 2022.