La notizia, per molti versi inattesa, è il raddoppio dello stanziamento per la ZES 2024. Uno stanziamento che apre altre nuove interessanti prospettive per chi abbia presentato domanda entro il 12 luglio 2024 inerentemente alla ZES Unica 2024.
Il raddoppio, porto lo stanziamento da 1.6 miliardi a 3.2 miliardi. Con possibilità di arrivare fino a 4.2. miliardi di euro.
Il Ministro per gli Affari Europei, per le politiche di coesione e per il PNNR Raffaele Fitto ha rivolto particolare attenzione al Sud Italia, ed in particolar modo alla ZES.
La Zona Economica Speciale per il Sud rappresenta un’importantissima leva di sviluppo e potrà contare su ulteriori risorse che agevoleranno le imprese. Con conseguenti ricadute positive sull’occupazione.
Le nuove prospettive del raddoppio
Il 7 luglio 2024 ha visto il raddoppio dei fondi per il credito di imposta, con la possibilità di aggiungere ulteriori risorse ai programmi regionali della politica di coesione europea 2021/2027. A tutto vantaggio degli investimenti.
Prima ancora nel tempo si rammenta come il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, abbia firmato il decreto attuativo in virtù del quale -dal 12 giugno al 12 luglio – le imprese interessate hanno potuto comunicare all’Agenzia delle Entrate le spese ammissibili sostenute dal primo gennaio 2024 e quelle che si intende effettuare fino al prossimo 15 novembre 2024.
Un’importante opportunità per le imprese di ottenere le agevolazioni fiscali. Un credito di imposta differenziato per Regioni, dimensioni di impresa ed entità dell’investimento.
Già l’assessore alle Attività Produttive Giuliano Forzinetti fu profetico nell’affermare: – Spero che venga aumentata la dotazione finanziaria e che venga reso strutturale un sistema di decontribuzione del costo lavoro.
È stata l‘esclusione di almeno tre categorie di investimenti che ha avvantaggiato gli altri investimenti.
Oltre 16mila le prenotazioni di incentivo sono state presentate dal 12 giugno al 12 luglio per quasi 10 miliardi, a fronte di un budget di 1.6 miliardi. Gli investimenti effettivamente completati tuttavia ammontano ad appena 167 milioni, quindi meno del 2% del totale.
Solo questi progetti hanno diritto a ricevere il credito di imposta che quindi potrebbe tornare ad essere il 60% dell’importo così come indicato dal decreto.
È stata invece l’Agenzia delle Entrate a suddividere 1.6 miliardi per tutte le istanze pervenute, ottenendo un misero 10,6% dell’investimento totale.
Senza contare i “progetti fotocopia“ presentati dallo stesso imprenditore tramite società diverse. Questi verranno esclusi e sono stati individuati grazie alle analisi condotte dal Dipartimento del Sud e grazie alle segnalazioni di alcune associazioni di categoria.
Tempi ridotti, credito intero
Potendo servire non più di un miliardo le imprese ammesse quest’anno potrebbero ricevere la percentuale intera di beneficio.
All’integrazione del fondo ZES anche una parte delle risorse previste dagli Accordi di Coesione finanziati dall’Ue per le misure della competitività delle Imprese e le risorse dei programmi nazionali e regionali finanziati con le risorse della Politica di Coesione Europea 2021-2027 relativi alla competitività delle Pmi.
Inoltre è stato previsto nel provvedimento del Ministro Raffaele Fitto che il Ministro delle Imprese Adolfo Urso e i governatori delle Regioni del Sud possano destinare all’integrazione del fondo Zes una parte delle risorse previste dagli Accordi di Coesione finanziati dall’Ue per le misure della competitività delle Imprese.
Nel complesso queste ammontano a 4.2 miliardi. Potranno essere utilizzzate le risorse dei programmi nazionali e regionali finanziati con le risorse della Politica di Coesione Europea 2021-2027 relativi alla competitività delle Pmi.
Come ribadito dall’Assessore alle Attività Produttive Tiziana Magnacca il provvedimento riconosce dunque alle Regioni la possibilità di agevolare i medesimi investimenti fino al raggiungimento dell’intensità massima consentita dalla normativa europea in materia di aiuto. Mediante l’impiego delle risorse dei programmi regionali della politica di coesione 2021-2027, nel rispetto delle previsioni dei medesimi programmi e nei limiti delle risorse determinate da ciascuna Regione.
Il raddoppio per un progetto strategico
“La ZES unica non è solo credito di imposta ma è un progetto strategico per il Mezzogiorno“ ha sottolineato la ministra.
Il nuovo stanziamento approvato è cinque volte superiore a quello previsto dagli anni 2016 al 2020 (6.17 milioni di euro annui) e tre volte superiore a quello previsto nel 2021 e 2022 (1 miliardo) e nel 2023 (1.4 miliardi).
Come se non bastasse: un ampliamento dei termini per comunicare l’avvenuta fine dei lavori entro il 15 novembre 2024. C’è tempo fino al 2 dicembre 2024
A ciò si aggiunge un ampliamento dei termini: per comunicare l’avvenuta fine dei lavori le imprese avranno tempo fino al 2 dicembre 2024. Entro il 12 dicembre l’Agenzia delle Entrate comunicherà la definitiva ripartizione percentuale delle risorse.
Occorrerà una dichiarazione integrativa attestante l’avvenuta realizzazione entro la data del 15 novembre 2024 degli investimenti indicati nella dichiarazione preventiva trasmessa alla stessa Agenzia nel periodo compreso tra il 12 giugno e il 12 luglio di quest’anno.
Entro il 2 dicembre, quindi, andrà fatta una comunicazione “consuntiva” e si potrà sapere la percentuale effettiva di credito riconosciuta (che a questo punto considerato il raddoppio sicuro del denominatore e uno stimato almeno dimezzamento del numeratore per tutti i progetti che non verranno realizzati) dovrebbe essere superiore al 50% e forse anche pari fino al 100% dell’aliquota di credito richiesta.
Parte così la corsa alla realizzazione degli investimenti indicati nella nella dichiarazione preventiva!
Articolo redatto con il supporto del dott. Luigi Lavecchia. email: studio.lavecchia@gmail.com
Maria Chiara Di Carlo