L’industria 4.0 è nata con l’iper-ammortamento, dall’anno scorso così trasformato in “credito di imposta”. Ma quali le differenze nella sostanza dei due termini? L’iper-ammortamento permetteva, dal punto di vista fiscale, di aumentare il valore del bene, richiedendo quindi al commercialista di eseguire una serie di calcoli per godere del vantaggio fiscale nel corso degli anni. Con il credito di imposta, il vantaggio vantaggio fiscale è invece immediato sull’imposta. All’atto del pagamento dell’F24 la cifra può essere compensata direttamente. Un’agevolazione importante, ma che non annulla la necessità di affidarsi a professionisti (ingegnere, commercialista…) in possesso di adeguate competenze.
Il 50% del costo subito disponibile
L’aspetto più significativo tra le novità del 2021 è quello del credito di imposta passato dal 40% l’anno scorso al 50% attuale. E se fino al 2020 era suddiviso in cinque rate, da quest’anno (se l’azienda ha un fatturato inferiore a 5 milioni di euro) è fruibile tutto in un’unica rata. Ciò vale nel caso in cui l’investimento totale sia inferiore a 2,5 milioni. Aumentando il valore dell’investimento diminuisce in proporzione la percentuale di agevolazione.
Occorre però ribadire che il beneficio non può essere fruito in un’unica rata nel caso in cui il fatturato dell’azienda sia superiore ai 5 milioni di euro.
Finanziaria retroattiva, ma vantaggiosa
Un altro aspetto molto interessante, che costituisce un caso unico, è quello della retroattività della Finanziaria 2021. Non solo: anche in termini vantaggiosi per le aziende. La Finanziaria 2021 è infatti retroattiva e quindi i vantaggi illustrati precedentemente valgono anche per gli investimenti che hanno avuto luogo dal 16 novembre del 2020.
È molto importante rivolgersi ad un professionista esperto in questo settore in modo da classificare correttamente l’investimento.
Agevolazioni sul software senza aver avuto agevolazioni sull’hardware!
Le agevolazioni fiscali valgono non soltanto per l’hardware, ma anche per il software. Attualmente si possono avere agevolazioni sul software anche senza aver avuto agevolazioni sull’hardware. Fino al 2019 era necessario aver avuto Industria 4.0 sull’hardware per poter fruire dell’agevolazione anche sul software.
Dal 2020, se si escludono i software di tipo gestionale, tutti i software utilizzati in ambito produttivo possono essere agevolati al 20% di un credito di imposta. Ciò partendo dagli acquisti fatti dal 16 novembre 2020. Fino al 31 dicembre del 2022 il limite è costituito da un investimento al massimo di un milione di euro. Sono inclusi anche i servizi cloud computing, solo per la quota di competenza di quello specifico anno.
Un altro aspetto specifico ed un po’ delicato è quello del software embedded, ossia un software necessario al funzionamento dell’hardware. In questo caso la normativa ammette un 50% di agevolazione fiscale. Vale a dire un credito di imposta del 50% sull’intero investimento.
In conclusione in questa prima parte del 2021 appare assai più conveniente fruire del credito di imposta, essendovi notevoli vantaggi rispetto al 2019 ed al 2020. Tuttavia, essendovi numerosi aspetti articolati sarà opportuno avvalersi della consulenza di due figure chiave: un ingegnere ed un dottore commercialista al fine di usufruire di tutti i vantaggi, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista economico. All’ingegnere spetta infatti il compito di verificare i requisiti tecnici di una macchina o di un impianto, ma sarà poi il commercialista a definire la corretta allocazione degli importi. Un caso unico in cui la tecnologia viene diffusa sotto la spinta dei vantaggi economici permettendo di potenziare il tessuto imprenditoriale portando l’industria nell’era 4.0.
Maria Chiara Di Carlo