a cura di Lodovico Mabini, ingegnere, LM Team
La Legge Finanziaria (Legge di Bilancio) ha confermato il Piano Industria 4.0, seppur con il nuovo nome di Transizione 4.0, sostituendo il beneficio dell’iperammortamento con il beneficio del credito di imposta. Un beneficio fiscale pari al 40% dell’investimento affrontato per acquistare beni inseriti nell’Allegato A, che siano poi interconessi ed integrati. A questo si aggiunge poi un credito d’imposta pari al 15% per i beni immateriali (ovvero i software) elencati nell’Allegato B.
Insomma investire in innovazione è indispensabile e strategico, se poi si riesce a “risparmiare” qualcosina meglio ancora.
Serve la perizia?
Alla base dei decreti in essere e della nuova legge di bilancio resta la necessità di eseguire una perizia per i beni con un valore superiore a 300.000 euro (tale soglia in precedenza era fissata a 500.000 euro). La perizia è indispensabile per collocare l’investimento (o l’impianto produttivo) tra quelli previsti dalla norma, quindi permettendo di usufruire senza obiezioni del beneficio fiscale, e deve essere redatta da una parte “terza”, che non sia quindi né il cliente né il fornitore. Il conflitto di interessi non è ammesso. Permane, al di sotto della soglia dei 300.000 euro, la possibilità di autocertificare il rispetto dei requisiti. Ricordiamo però la necessità della data certa, requisito peraltro già in vigore per le autocertificazioni, e ricordiamo di utilizzare con estrema cautela questa possibilità. Anche in virtù del fatto che numerose aziende sono state tratte in inganno dalle certificazioni rilasciate dai venditori stessi. Queste ultime (a volte anche ambigue e truffaldine) non hanno infatti valore in caso in ispezione da parte del Ministero.
Cosa è una perizia semplice?
Vediamo cosa significa eseguire una perizia, chi la deve redarre, come si deve validare.
La nuova legge prevede, come già scritto, che oltre i 300.000 euro sia necessaria una perizia semplice e non più giurata in tribunale o davanti ad un notaio.
In fondo la distinzione tra le due modalità è più formale che pratica. Sia che sia semplice o giurata deve comunque essere prodotta e “certificata” da professionisti (ingegneri o periti) iscritti al rispettivo albo professionale. Resta comunque possibile l’ulteriore passaggio, davanti ad un giudice di pace o ad un notaio, che ne “rafforza” il contenuto con l’intervento di un pubblico ufficiale.
Perché rivolgersi ad un professionista?
Anche, e soprattutto, a fronte dell’esigenza di una “perizia semplice”, la figura del professionista rimane centrale. Ma per quale ragione solo professionisti iscritti all’albo o gli enti certificatori possono predisporre la perizia ?
La risposta è evidente capendo cosa significhi essere iscritti ad un albo e quanto questo aspetto faccia la differenza con altri professionisti o consulenti non iscritti.
L’iscrizione ad un albo professionale è regolamentata, pensate un po’, da Regi Decreti degli Anni ‘20, tuttora in vigore con la formula “Vittorio Emanuele II per Grazia di Dio per Volontà della Nazione Re D’Italia”.
Al di là dell’aspetto formale, essere iscritti ad un albo professionale riconosce il titolo di studio e le competenze abilitanti, ma ha un altro aspetto che, se ci pensate, è proprio indispensabile per poter “sostituire” un pubblico ufficiale, come nel caso di perizia semplice. Il fatto che si sia subordinati ad un codice deontologico nazionale, a “regi decreti” molto vincolanti dal punto di vista etico, e il fatto importantissimo di essere controllati e sanzionati da un collegio di disciplina che può, nel caso di comportamenti non leciti, sospendere il professionista dall’albo.
Da non trascurare l’introduzione recente dell’obbligo di assicurazione professionale per gli iscritti agli albi, sempre per sottolineare quanto una professione abilitata debba avere al centro l’interesse del cliente fruitore.
Ma torniamo alla nostra perizia, semplice o giurata che sia diventa il documento comprovante il diritto alle agevolazioni, il documento che “mette al sicuro” l’imprenditore da eventuali “incidenti” fiscali.
Perizia semplice, ecco il modello
Il Modello Perizia semplice che puoi scaricare qui, è sicuramente un aiuto per iniziare in autonomia a valutare l’area di applicazione del Piano Industria 4.0 – Innovazione 4.0, ma è altamente consigliato che un esperto ti affianchi durante il processo di “validazione” dell’investimento. Chiedere agevolazioni e poi scoprire di non averne diritto (dopo averle ottenute) è forse più dannoso che non chiederle.
Insomma, il nostro consiglio è di approfittare del Piano Transizione 4.0 affrontandolo come una opportunità di innovazione e non semplicemente un escamotage fiscale (già che ci siamo facciamo le cose virtuose), ma soprattutto di agire preventivamente nell’ottica di inquadrare il proprio investimento esattamente nella norma, in modo da semplificare la perizia e soprattutto di iniziare a comprare con la certezza di poter rispettare i requisiti. Perché non coinvolgere il professionista che farà la perizia anche prima della scelta di acquisto, facendosi affiancare nella compilazione (e validazione) della “lista della spesa”? Una consulenza preventiva, infatti, permette di rispettare agevolmente tutti i requisiti, ma anche di avere maggior forza contrattuale con i fornitori e di investire in modo efficace.