Il Decreto attuativo relativo al Piano Transizione 4.0 (ex Industria 4.0) contiene un importante chiarimenti fiscali relativo al legame tra l’hardware e il software. Ovvero i beni che nel Piano Industria 4.0 erano classificati nell’allegato B e nell’allegato A. In precedenza, infatti, era possibile ottenere il super ammortamento (relativo ai software) solo dopo aver conseguito l’iperammortamento (ovvero aver investito nei beni dell’allegato A – macchine o linee). Il Decreto Attuativo, invece, chiarisce che l’accesso al beneficio fiscale dei beni compresi nell’allegato B è svincolato dall’acquisto (oltre all’interconnessione e all’integrazione) dei beni compresi nell’allegato A.
Questa importante novità sembrava emergere anche dalla Legge Finanziaria 2020, anche se non era del tutto chiara e mancava un chiarimento ufficiale da parte del Ministero.
Sanzioni 2019
Una simile precisazione è particolarmente importante, perché il superammortamento (concesso per i software dell’allegato B) poteva essere sfruttato solo da quanti avessero ottenuto anche l’agevolazione dell’iperammortamento per i componenti hardware. Un adempimento non rispettato da molte aziende. Lo scorso febbraio è infatti emerso che nel 2017 sono stati 8.300 i soggetti che hanno fruito dell’incentivo sull’hardware e ben 18.700 quelli che hanno utilizzato il codice relativo all’incentivo per il software. Sarebbero quindi almeno 10.400 le aziende che hanno fruito del superammortamento senza averne titolo e che, quindi, rischiano ora di incorrere in sanzioni.
Anche il Ministero dello Sviluppo Economico, stando a quanto trapelato, avrebbe anticipato i dati delle proprie analisi, secondo cui le aziende fruitrici degli incentivi 4.0 (iperammortamento + incentivo sul software) sono 56.302 così composte: 13.843 soggetti hanno fruito solo dell’iperammortamento sull’hardware, 1.448 imprese hanno invece fruito (legittimamente) sia dell’incentivo sui beni materiali sia di quello sui beni immateriali, 41.011 aziende infine solo dell’incentivo al 140% sul software.