Le tecnologie di stampa additiva non sono più una prerogativa delle sole aziende manifatturiere, ma vengono sempre più sfruttate anche in ambito sanitario.
Monica Carfagni, docente dell’Università di Firenze e responsabile del laboratorio specializzato di T3Ddy, ci ha raccontato come i medici usano sempre più spesso le stampe 3D, sia per le applicazioni dirette sui pazienti sia per creare repliche anatomiche degli organi sui quali occorre effettuare complesse operazioni chirurgiche. Una possibilità resa ancor più efficace dal fatto che le nuove stampanti 3D permettono di replicare la consistenza dei tessuti umani.
Le stampanti 3D, inoltre, non hanno limiti in termini di forma e dimensione e la Carfagni, tra l’altro, sta lavorando su stampanti che possono creare ortesi (ovvero i gessi) in ambito sanitario. In pratica, invece, di mettere il gesso su un braccio rotto, si può creare un’ortesi su misura, che il paziente indossa anche quando fa il bagno.
Il vero limite, ad oggi, è ancora rappresentato dai tempi di realizzazione delle ortesi stesse. Per questo anche la sanità sta cercando di sfruttare al meglio le innovazioni provenienti dal mondo dell’automazione.