La nuova legge Bilancio 2021, approvata dal Senato lo scorso 30 dicembre, innalzato al 50% il Credito d’Imposta riconosciuti a quanti investono in beni riconducibili all’ambito della cosiddetta Transizione 4.0 (termine comunque scomparso dalla Legge di Bilancio 2021), che eredita la normativa tecnica del precedente Piano Industria 4.0. Il testo della Legge, però, ribadisce come, oltre ai requisiti tecnici, sia necessario rispettare anche alcuni obblighi formali, sia per quanto riguarda la fattura sia per quanto riguarda le comunicazioni.
Cosa comunicare al Ministero?
Il comma 1059 della Legge (composta da un unico articolo) ribadisce infatti che “Al solo fine di consentire al Ministero dello sviluppo economico di acquisire le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure agevolative introdotte dai commi 1056, 1057 e 1058, le imprese che si avvalgono di tali misure effettuano una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico”.
Le modalità ed i tempi di tale comunicazione, però, non sono ancora noti. Infatti, come si legge nel documento approvato dal Senato, “Con apposito decreto direttoriale del Ministero dello sviluppo economico sono stabiliti il modello, il contenuto, le modalità e i termini di invio della comunicazione in relazione a ciascun periodo d’imposta agevolabile”.
Cosa scrivere in fattura?
Se la corretta comunicazione al Ministero potrebbe essere solo un atto formale, molto più insidioso è il successivo comma 1062 dove, oltre a ricordare che (ovviamente) fattura o contratto di leasing devono essere conservati per i successivi controlli, viene ribadito un ulteriore obbligo, già presente nella Finanziaria 2020, ma sfuggito a molti: “Le fatture e gli altri documenti relativi all’acquisizione dei beni agevolati devono contenere l’espresso riferimento alle disposizioni dei commi da 1054 a 1058”.
E’ quindi necessario che la fattura di acquisto del bene riporti l’indicazione: “Bene agevolabile ai sensi dell’articolo 1, commi da 1054 a 1058, della Legge di Bilancio 2021″”.
Si tratta di un’indicazione apparentemente secondaria, ma che potrebbe far perdere l’intero beneficio fiscale. Infatti, come scritto in una circolare dello scorso 5 ottobre, in risposta ad un interpello specifico, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la fattura di acquisto e gli altri documenti privi della corretta dicitura non sono considerate ammissibili e questa mancanza comporta la “revoca del beneficio”, anche se la stessa Agenzia aggiunge: “fatta salva la possibilità di regolarizzazione da parte dell’impresa beneficiaria”.
Le novità del piano Transizione 4.0 verranno approfondite giovedì 25 marzo nel corso del webinar gratuito: “Trattamento e movimentazione delle acque. Industria 4.0 è un’opportunità?“
Nell’articolo Credito d’Imposta 4.0, come correggere la fattura? abbiamo già illustrato come intervenire sui documenti emessi senza la necessaria dicitura.
Clicca per scaricare il testo integrale della Legge di Bilancio 2021.
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