a cura di Dionigi Faccenda, Sales & Marketing Director, OVH Italia
Si sprecano sul mercato gli studi che mostrano i benefici della cosiddetta Industria 4.0. La quarta rivoluzione industriale, come spesso viene definita, porterà vantaggi sostanziali ad ogni livello economico. L’evoluzione tecnologica è ormai delineata piuttosto chiaramente: da un lato la sempre maggiore automazione dei processi, dall’altro la connessione continua ormai esistente tra persone, tra persone e dispositivi e tra i dispositivi stessi, stanno portando a una vera e propria rivoluzione, non per forza limitata alla produzione manifatturiera.
Come gestire tanti dati?
Il rapporto 2016 sulle reti e i servizi di nuova generazione condotto dall’Istituto per la Competitività (I-Com) ha messo in luce una crescita annua potenziale di 250 miliardi di euro, entro il 2025, relativa in modo particolare ad ambiti quali engineering, logistica e automotive. Parallelamente, aumenterebbero anche i posti di lavoro, che salirebbero fino a 31 milioni entro il 2020.
Dati in prospettiva molto interessanti, che però sono ancora potenziali. Per diventare reali, necessitano di uno sviluppo tecnologico adeguato, affiancato però dalla corrispondente evoluzione organizzativa. Se il percorso tecnologico appare ormai ben delineato almeno a livello macro, resta molto da fare a livello organizzativo e gestionale.
La mole sempre più grande di dati che vengono generati rappresenta al tempo stesso un problema e un’opportunità: il problema è quello di gestirli e proteggerli mantenendoli disponibili per attività di business che sono sempre più in tempo reale, l’opportunità è invece quella di sfruttarli per offrire prodotti e servizi sempre più personalizzati, in modo da poter rispondere in modo puntuale alle necessità dei singoli utenti – individuali o aziendali, non fa differenza. E questo non può prescindere da una adeguata formazione, tesa a creare specialisti nell’analisi dei dati, che abbinino competenze tecnologiche e gestionali, oltre a una maggiore flessibilità.
Anche gli imprenditori devono fare la loro parte. Un recente report di Federmeccanica ha preso in esame 11 tecnologie abilitanti, per scoprire che il 36% delle nostre imprese non fa uso di nessuna. Certo, il 64% si è mosso nella direzione giusta, ma gli spazi per migliorare non mancano di certo, soprattutto nell’approccio strategico che le aziende intendono adottare.
Il Cloud nell’Industry 4.0
Serve accogliere le nuove tecnologie disponibili, ma ancor più importante è prendere in esame quelle che possono essere adeguate alla propria situazione di mercato. E in questo, diventa ancor più cruciale il ruolo degli IT provider, che diventano degli enabler con il compito di abilitare le aziende ad affrontare questo passaggio. Di certo, nulla di questa evoluzione sta in piedi senza il cloud, o meglio ancora senza un cloud aperto, che permetta di condividere dati e sistemi e di interagire con reti e infrastrutture esterne
Siamo di fronte a una rivoluzione che, come tutte le rivoluzioni porta con sé rischi ed opportunità. Se è la tecnologia a renderla di fatto possibile, senza adeguate capacità di gestione e organizzazione i risultati non saranno di certo adeguati alle aspettative.