Ha suscitato delusione mista a disincanto il provvedimento firmato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate e registrato con il Protocollo n. 305765/2024. Definisce, difatti – come previsto dalla normativa – la percentuale di credito d’imposta effettivamente fruibile per gli investimenti nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES UNICA.
Tale valore, in base alle richieste inviate entro il 12 luglio, è stato infatti rideterminato nella percentuale del 17,6668% del credito d’imposta richiesto (che si ricorda poteva variare da un minimo del 15% dell’investimento candidato fino da un massimo del 70% in base alla localizzazione della sede operativa ed alla dimensione di impresa).
Questo perché le richieste effettivamente inviate sono state nettamente superiori rispetto ai fondi disponibili e questo ha comportato una ridistribuzione delle risorse (la percentuale risulta, difatti, il quoziente del rapporto tra 1.670.000.000 (risorse stanziate per il 2024) e 9.452.741.120 (ammontare complessivo dei crediti d’imposta richiesti).
Nel dettaglio, ciascun beneficiario può oggi visualizzare il proprio credito d’imposta fruibile, “(…) tramite il proprio cassetto fiscale accessibile dall’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle Entrate”.
Il 17,6668% non va, quindi, all’investimento candidato per ottenere l’ammontare del credito ammesso, bensì proprio al credito candidato e, pertanto, risulta rappresentare una percentuale dell’investimento candidato molto modesta.
Giusto per fare degli esempi se si è chiesto il 15%, si potrà godere il 17,6668% * 15% = 2,65% dell’investimento candidato! Se si è chiesto il 50% (piccole e micro imprese di Basilicata, Molise e Sardegna) si otterrà il 50% *17,6668%=8,83% (pochissimo comunque).
I più fortunati (piccole e micro imprese localizzate a Taranto o Cagliari) potranno godere del 70%*17,6668%=12,37%.
Questa e, per ora, la percentuale massima godibile.
Zes Unica: la percentuale reale sarà superiore
L’effettivo Credito Zes Unica sarà decisamente maggiore, Se l’eccesso di domanda rispetto all’effettiva disponibilità finanziaria verrà meno a causa delle nuove condizioni eccessivamente sfavorevoli.
Il Dott. Commercialista Luigi Lavecchia, esperto in finanza agevolata, da molti anni a supporto di numerose aziende nei bandi di gara, appare comunque relativamente ottimista, anche all’indomani di questa comunicazione: “Il fatto che venga riconosciuta una percentuale di credito d’imposta così bassa è senz’altro indicativo della fine della stagione delle agevolazioni importati (Bonus sud fio al 45% e 4.0 fino al 50%). C’era da aspettarselo perché fare domande non costa nulla, riuscire a portare a termine gli investimenti entro il 15 novembre 2024 è ben più impegnativa sfida”.
La percentuale pubblicata ieri, certamente lontana dalle aspettative di molti imprenditori, non deve spaventare eccessivamente. In base alla mia esperienza, anche negli anni scorsi, ho visto spesso un eccesso di domanda rispetto all’effettiva disponibilità finanziaria, in quanto la norma lascia la possibilità di correggere al ribasso le richieste. È quindi molto probabile che numerose aziende, a fronte dell’incertezza di un investimento (della percentuale bassa, della difficoltà di reperire le fonti finanziarie appropriate, dello shortage di offerta che in molti settori porta a tempi di attesi anche superiori ad un anno nella consegna dei beni dalla data dell’ordine), abbiano comunque candidato il progetto, che però decideranno poi di non confermare (o di farlo a cifre molto ridotte rispetto a quanto candidato). A questo si aggiunge il fatto che i beni strumentali prenotati dovranno essere consegnati entro il 15 novembre 2024.
Una scadenza che, in molti casi, i fornitori non riusciranno a rispettare, facendo così decadere il diritto al Credito d’Imposta. Non dobbiamo inoltre dimenticare che, tra pochi giorni, sarà pienamente operativo anche il Piano Nazionale Transizione 5.0, che sto seguendo con i miei collaboratori, che metterà ulteriormente sotto pressione“.
Un nuovo calcolo del Credito di Imposta ZES Unica spettante per ogni azienda a seguito di una ulteriore ridistribuzione delle risorse in modo tale da superare in modo significativo la quota del 17,6668%? Una possibilità più che realistica.
Si attendono dunque settimane molto frenetiche e ritardi tali da far decadere il benefici per numerose aziende. Una situazione che porterà ad un nuovo calcolo del Credito d’Imposta Zes Unica spettante per ogni azienda e, quindi, ad un’ulteriore ridistribuzione delle risorse.
Con percentuali di credito d’imposta tali da superare in modo significativo la quota del 17,6668%, che deve oggi essere considerata la percentuale minima spettante per ogni azienda.
Quale Codice tributo utilizzare per la Zes Unica?
Per consentire l’utilizzo in compensazione del credito d’imposta della Zes Unica , tramite modello F24, è istituito il codice tributo “7034” denominato “credito d’imposta investimenti ZES Unica – articolo 16, del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124”.
In sede di compilazione del modello F24, il codice tributo è esposto nella sezione “Erario”, nella colonna “importi a credito compensati”, ovvero, nei casi in cui il contribuente debba procedere al riversamento dell’agevolazione, nella colonna “importi a debito versati”. Nel campo “anno di riferimento” è indicato l’anno di sostenimento dei
costi, nel formato “AAAA”.
L’Agenzia delle entrate, in fase di elaborazione dei modelli F24 presentati dai contribuenti, verifica che l’importo del credito utilizzato in compensazione non risulti superiore all’ammontare massimo fruibile sulla base dei dati risultanti dalle comunicazioni inviate all’Agenzia delle Entrate secondo le modalità stabilite dal citato provvedimento del Direttore dell’Agenzia dell’11 giugno 2024, pena lo scarto del modello F24.
Maria Chiara Di Carlo
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