Prima della pausa estiva e in concomitanza con l’approvazione della Legge di conversione del decreto “Mezzogiorno”, la Camera dei Deputati ha prorogato di altri due mesi il termine per la consegna dei beni acquistati con l’incentivo dell’iperammortamento.
Inizialmente, infatti, i beni che avrebbero potuto godere dell’agevolazione fiscale avrebbero dovuto essere consegnati e messi in rete entro il 30 giugno. Una data poi prorogata a fine luglio.
Con l’ultima decisione, invece, tale termine viene spostato al 30 settembre 2018. Rispetto a quanto stabilito con la legge Finanziaria, quindi, le aziende avranno tre mesi in più per poter approfittare dell’iperammortamento. Anche se è necessario ricordare che resta fermo il termine del 31 dicembre 2017 per la sottoscrizione dell’ordine e il versamento di un acconto pari ad almeno il 20% di quanto sottoscritto.
Non vale per tutti
E’ importante ricordare che la proroga riguarda esclusivamente i beni che possono godere dell’iperammortamento al 250%. L’articolo 14 (Proroga dei termini per l’effettuazione degli investimenti di cui all’articolo 1, comma 9, della legge 11 dicembre 2016, n. 232), specifica infatti: “Il comma 1 proroga dal 30 giugno 2018 al 30 settembre 2018, con riferimento agli investimenti in beni materiali strumentali nuovi compresi nell’elenco di cui all’allegato A della L. 11 dicembre 2016, n. 232, e successive modificazioni, il termine temporale per l’effettuazione dei medesimi investimenti, ai fini del beneficio fiscale cosiddetto del superammortamento”. Vengono quindi esclusi da tale agevolazione tutti i beni inclusi nell’allegato B, ovvero i software. In realtà, leggendo con attenzione, nel testo si legge “cosiddetto del superammortamento”, ma è evidentemente un refuso, in quanto la frase corretta dovrebbe essere “cosiddetto dell’iperammortamento”.
Nel documento approvato in via definitiva dalla Camera, viene riconosciuto il poco tempo previsto dal Piano Industria 4.0: “Con il presente articolo si dispone, quindi, al fine di consentire la concreta possibilità di fruizione della misura agevolativa di cui trattasi ed in considerazione della particolare complessità riguardante la realizzazione dei beni in questione con conseguente allungamento dei tempi necessari per la consegna degli stessi”.
Interessante notare, infine, la frase finale del testo in cui viene evidenziato come “La relazione tecnica riferisce che la proroga di un mese, in luogo di quella vigente, si ritiene determini un ulteriore incremento di circa il 3% della quota di investimenti rispetto alla percentuale di incremento che era stata indicata nella relazione originaria”.
Troppa confusione?
L’ulteriore proroga, più volte sollecitata a causa del poco tempo a disposizione per la progettazione, realizzazione e installazione di macchine complesse, è sicuramente positiva. Inoltre questa scelta apre uno spiraglio di speranza a quanti auspicano ulteriori proroghe. Anche se permane una certa perplessità relativa al fatto che decisioni tanto importanti per l’industria italiana continuino a subire modifiche e integrazioni. Scelte che, indubbiamente, non aiutano le aziende a pianificare correttamente i propri investimenti.
Colpisce inoltre che tale proroga sia stata legata all’approvazione del decreto “Mezzogiorno”, un documento passato solo dopo il voto di fiducia, e non abbia potuto godere di una dignità propria.