É finalmente ufficiale la Nota di Aggiornamento al DEF 2018, che (a una settimana dalla sua approvazione) è stata inviata dal Governo alle Camere.
Il documento, però, ancora non chiarisce il futuro del Piano Industria 4.0, ora chiamato Impresa 4.0 anche se quest'ultima denominazione non viene utilizzata nelle recenti circolari ufficiali dei singoli Ministeri.
Dopo le rassicurazioni del ministro Di Maio, che in conferenza stampa aveva affermato “Rifinanziamo l'iperammortamento, il superammortamento e Impresa 4.0, che sono misure che aiuteranno ulteriormente le imprese”, si sperava in una maggior chiarezza nella nota del DEF. Al contrario, le indicazioni rimangono vaghe.
Scorrendo le 138 pagine del documento, infatti, si fa cenno a Impresa 4.0 nel paragrafo “Sostegno alle imprese”. Sotto questo titolo, viene ribadito che “le politiche che il Governo intende mettere in campo per il sostegno alle attività produttive incidono su una molteplicità di ambiti, che vanno dalla fiscalità alla semplificazione amministrativa, alla tutela delle imprese in crisi. A queste politiche si associano le misure dirette a rafforzare il contesto nel quale le imprese operano”. In questa direzione, tra le altre misure prioritarie, viene indicato “il rafforzamento del venture capital e del Piano ‘Impresa 4.0’ ”, senza però fornire ulteriori dettagli.
Qualche indicazione in più, seppur come principio, è fornita due pagine dopo, quando vengono evidenziati i positivi risultati del Piano e si lascia aperta la porta a possibili novità. Nel documento si legge infatti: “Tenuto conto del riscontro positivo del Piano ‘Impresa 4.0’, il Governo lavora per confermarne le misure cercando comunque di migliorarne alcuni aspetti, raccogliendo istanze anche dalle associazioni di categoria. L’innovazione tecnologica, che costituisce il pilastro del Piano, continuerà a rivestire un ruolo primario nell’agenda del Governo anche per altri fronti complementari. Innanzitutto sono indispensabili lo sviluppo e la diffusione della rete 5G e della fibra nonché della tecnologia blockchain”.
Si tratta di indicazioni positive, ma obiettivamente poco chiare. Una situazione che, a pochi mesi dal 31 dicembre, non aiuta le PMI che devo compiere importanti scelte per quanto riguarda i propri investimenti in tecnologie innovative.
Contrasto alla delocalizzazione
Appare invece confermato, con misure anche drastiche, il contrasto alla delocalizzazione.
Nella nota di aggiornamento ad DEF si legge, infatti, che “È stato previsto il recupero del beneficio fiscale dell’iperammortamento qualora i beni agevolati vengano ceduti a titolo oneroso o destinati a strutture produttive situate all'estero e si è stabilita l’esclusione dal credito d’imposta per ricerca e sviluppo dei costi di acquisto di beni immateriali connessi ad operazioni infragruppo”.
Un'affermazione ribadita in una nota esplicativa del documento stesso: “La decadenza si applica anche alla cessione all’estero dei beni ammortizzabili beneficiari dell’iperammortamento nel periodo di fruizione delle agevolazioni fiscali. In ogni caso non sono penalizzate le imprese che utilizzano temporaneamente i beni agevolati fuori dal territorio nazionale nel caso in cui essi per loro stessa natura sono destinati all’utilizzo in più sedi produttive. Il beneficiario dovrà aumentare la base imponibile per rimborsare le imposte non versate per via del maggiore ammortamento. Un’ultima ipotesi riguarda la decadenza dal credito di imposta per le attività di ricerca e sviluppo, previsto dal D.L. n. 145 del 2013, per i costi di acquisto – anche in licenza d'uso – di beni immateriali connessi ad operazioni infragruppo”.