Il nuovo Governo, che giurerà in mattinata, ha predisposto un piano di intenti, condiviso da MoVimento 5 Stelle, dal Partito Democratico e da Liberi e Uguali, che contiene le linee guida del prossimo esecutivo. Il documento, costituito da 29 punti, contiene una serie di interessanti obiettivi legati all’ambito industriale, vediamoli nel dettaglio.
Al primo posto viene sottolineato come, “con riferimento alla legge di bilancio per il 2020 sono prioritari: la neutralizzazione dell’aumento dell’IVA”, un’indicazione importante, poiché l’aumento del 3% di tutti i beni e servizi avrebbe rappresentato un significativo fardello per l’intero Sistema Paese. Anche per questa ragione, il nuovo Governo punta a “perseguire una politica economica espansiva”
Confermato il Piano Industria 4.0
Accanto alle dichiarazioni d’intenti, il mondo industriale era però in attesa di una conferma del Piano Industria 4.0. Una conferma puntualmente arrivata al punto 3, dove viene messo nero su bianco che “Il piano Impresa 4.0 è la strada tracciata da implementare e rafforzare”. Il documento prende atto del fatto che “il sistema industriale del nostro Paese sconta problemi di bassa crescita e produttività, ma ha in sé grandi potenzialità per affrontare la sfida di una nuova stagione di sviluppo che faccia dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile il suo punto di forza. Siamo una realtà nella quale la produzione di massa incontra la capacità di personalizzazione del prodotto. La presenza di unità economiche di piccola e media dimensione (settori artigianali, design, manifattura) ci consentono flessibilità nei processi e adesione alle richieste del mercato. Oggi la sfida è quella dell’innovazione connessa a una convincente transizione in chiave ambientale del nostro sistema industriale, allo sviluppo verde per creare lavoro di qualità, alla piena attuazione dell’economia circolare, alla sfida della “quarta rivoluzione industriale”: digitalizzazione, robotizzazione, intelligenza artificiale. Il piano Impresa 4.0 è la strada tracciata da implementare e rafforzare. Il Governo intende inoltre potenziare gli interventi in favore delle piccole e medie imprese”.
Stipendi più alti
Accanto agli investimenti su macchine e impianti, al centro del mondo del lavoro rimangono però le persone. Il Governo si pone quindi l’obiettivo di:
a) ridurre le tasse sul lavoro (cosiddetto “cuneo fiscale”), a totale vantaggio dei lavoratori;
b) individuare una retribuzione giusta (cosiddetto “salario minimo”), garantendo le tutele massime a beneficio dei lavoratori, anche attraverso il meccanismo dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative;
c) approvare una legge sulla rappresentanza sindacale, sulla base di indici rigorosi;
d) nel rispetto dei princìpi europei e nazionali a tutela della concorrenza, individuare il giusto compenso per i lavoratori non dipendenti, al fine di evitare forme di abuso e di sfruttamento in particolare a danno dei giovani professionisti, anche a tutela del decoro della professione;
e) realizzare un piano strategico di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, assicurando livelli elevati di sicurezza e di tutela della salute nei luoghi di lavoro, nonché un sistema di efficiente vigilanza, corredato da un adeguato apparato sanzionatorio;
f) introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni;
g) sostenere l’imprenditorialità femminile;
h) rinnovare l’istituto di natura previdenziale cosiddetto “opzione donna”;
i) recepire le direttive europee sul congedo di paternità obbligatoria e sulla conciliazione tra lavoro e vita privata;
l) incrementare il Fondo previdenziale integrativo pubblico, includendo la pensione di garanzia per i giovani.
Innovazione… innovazione
Per molti versi legato al Piano Industria 4.0 è anche il punto 24, dove focalizzato sull’importanza dell’innovazione. Si legge, infatti, che “Il Governo ritiene che un grande Paese industriale come l’Italia debba porsi come obiettivo l’innovazione tecnologica quale vettore di crescita economica, favorendo l’aumento degli investimenti privati, ancora troppo lontani dalla media europea, in start-up e PMI innovative. Nella consapevolezza che l’intero “sistema-Paese” necessiti di rinnovate competenze digitali, anche il progetto di innovazione e digitalizzazione della P.A. costituisce una misura particolarmente efficace per contribuire allo sviluppo e alla crescita economica e culturale del Paese. A tal fine, sarà promossa l’integrazione delle tecnologie digitali nei processi decisionali, attraverso una sempre maggiore interoperabilità delle soluzioni tecnologiche, un migliore utilizzo dei dati pubblici, una crescente diffusione di standard comuni”.
Agricoltura ed export
Gli ultimi due punti del piano di Governo sono focalizzati su agricoltura ed export, temi molto importanti al settore industriale e che dovranno essere valorizzati: “Occorre rafforzare il nostro export, individuando gli strumenti più idonei per promuovere e accompagnare il made in Italy, potenziando le attività di consulenza e di supporto finanziario e assicurativo in favore degli esportatori, anche attraverso l’individuazione di un adeguato modello di condivisione dei rischi tra Sace e MEF. Più in generale, si rende necessario accompagnare e sostenere gli imprenditori italiani che operano all’estero, elaborando alcune proposte che mirino a introdurre anche da noi le best practices in materia, ricavate dall’analisi comparativa con altri ordinamenti giuridici”.
Nell’ambito dell’export, un ruolo fondamentale è quello rivestito dal settore agroalimentare, al quale è dedicato l’ultimo punto del Piano di Governo:
“L’agricoltura e l’agroalimentare rappresentano un comparto decisivo rispetto alle sfide che il nostro Paese deve affrontare. È necessario sviluppare la filiera agricola e biologica, le buone pratiche agronomiche; conservare e accrescere la qualità del territorio, contenendo il consumo del suolo agricolo; adottare gli strumenti necessari per preservare le colture tradizionali e biologiche, tutelando peculiarità e specificità produttive, così come l’agricoltura contadina nelle cosiddette “aree marginali”; sostenere le aziende agricole giovanili; investire nella ricerca in agricoltura, individuando come prioritari la sostenibilità delle coltivazioni e il contrasto ai mutamenti climatici, l’uso efficiente e sostenibile della risorsa idrica, la più ampia diffusione dell’agricoltura di precisione. Occorre, inoltre, concorrere al rafforzamento delle regole dell’Unione europea per l’etichettatura e la tracciabilità degli alimenti e porre la massima attenzione, in sede di negoziazione dei trattati commerciali, alla salvaguardia delle produzioni tipiche. Per le imprese agricole si aprirà a breve un negoziato strategico per la nuova PAC: l’Italia dovrà perseguire, anche in quella sede, l’obiettivo di valorizzare le nostre eccellenze agricole e la filiera agroalimentare”.