Negli ultimi anni, il Credito d’imposta Mezzogiorno (più noto con il nome di Bonus Sud) ha fornito un significativo stimolo alle aziende che vogliono investire nell’innovazione dei propri processi produttivo. Uno stimolo ulteriormente favorito dalla cumulabilità con il Credito d’Imposta proposto dal Piano Transizione 4.0.
Al momento, però, è impossibile compilare la domanda per ottenere l’agevolazione per il prossimo anno. Infatti, per poter godere dell’agevolazione, occorre presentare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate utilizzando un modello (CIM17) disponibile, insieme alle istruzioni ed al software di compilazione al seguente link del sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate:
Il documento in questione, infatti, riporta solo il 2021 come ultimo anno per fruire dell’agevolazione. Eppure, nelle promesse dei politici, è stato più volte ribadita la “certezza” del rinnovo anche il prossimo anno.
Il mancato rinnovo ufficiale, però, sembra essere un problema solo burocratico. Leggendo la Bozza delle Legge di Bilancio 2022, si scopre infatti che l’articolo 46 delle Legge di Bilancio 2022 (attualmente in bozza, ma già approvata sia dalla camera che dal presidente Mattarella) è interamente dedicato a questo capitolo: “Alle imprese che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali nuovi indicati nel comma 99, destinati a strutture produttive ubicate delle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise, ammissibili alle deroghe previste dall’articolo 107, paragrafo 3, lettera a), del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, e nelle zone assistite della regione Abruzzo, ammissibili alle deroghe previste dall’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, come individuate dalla vigente Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027, fino al 31 dicembre 2022, è attribuito un credito d’imposta nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2020 C(2014)6424 final del 16 settembre 2014, come modificata dalla decisione C(2016)5938 final del 23 settembre 2016”.
Cos’è il Bonus Sud?
Un ritardo che, quindi, è dettato solo dall’attesa dell’approvazione a livello europeo e che continuerà a stimolare gli investimenti.
In particolare occorre ricordare che il Credito d’Imposta per gli Investimenti nel Mezzogiorno (più noto come Bonus Sud), introdotto con la L.208/2015 (legge di stabilità per il 2016), permette alle imprese di tutte le dimensioni (infatti la normativa consente la presentazione delle istanze tanto alle micro-piccole-medie imprese quanto alle grandi imprese) identificate come “soggetti titolari di reddito d’impresa” e localizzate nei territori agevolati di godere di un credito di imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione.
L’intensità dell’agevolazione Bonus Sud dipende dalla dimensione di impresa così come previsto dalla Carta degli Aiuti di Stato (che fissa l’Equivalente Sovvenzione Lorda massima al 45% per le micro-piccole imprese, al 35% per le medie imprese ed al 25% per le grandi imprese). Tale agevolazione, inoltre, è cumulabile con i benefici del Piano Transizione 4.0 (ex Piano Industria 4.0)
Tale intensità va quantificata anche verificando l’eventuale presenza di altre agevolazioni tali da configurarsi come “aiuti di stato” – richieste sugli stessi costi ammissibili – le quali evidentemente concorrono al “cumulo” nei limiti dell’intensità di aiuto massima ammissibile sopra descritta.
A rischio la proroga per il 2022
In esecuzione degli adempimenti europei previsti dall’articolo 11 del Regolamento (UE) n. 651/2014, è stata effettuata la comunicazione alla Commissione europea della proroga del regime SA. 56349 relativo al credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno di cui all’art. 1, commi 98 – 108 della legge 28 dicembre 2015, n. 208.
Tale comunicazione è riferita al solo anno 2021 in considerazione della proroga sino al 31 dicembre 2021 degli Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale 2014-2020 e della Carta italiana degli aiuti a finalità regionale 2014-2020.
La preoccupazione delle imprese
Ebbene in questi mesi moltissime aziende, in concomitanza con l’avvio della programmazione aziendale per l’esercizio 2022 (attività di budgeting e di pianificazione degli investimenti) stanno definendo – cosa resa ancor più indispensabile dalla situazione di carenza di offerta per moltissimi ambiti produttivi determinata da una serie di elementi macroeconomici che determinano una situazione di eccesso di domanda di “tecnologie” rispetto all’offerta – la sottoscrizione di accordi giuridicamente vincolanti per potersi assicurare la consegna di beni entro la fine dell’esercizio 2022.
Molti di tali investimenti sono sostenuti proprio dalla convinzione di poter disporre del Bonus Sud anche per tutto il 2022, stante la proroga operata dalla L.178/2020.
Ebbene occorre segnalare – non senza preoccupazione – come ad oggi non sia stata offerta alcuna rassicurazione né da parte del MISE né da parte dell’Agenzia delle Entrate circa:
1) l’effettiva operatività di detta proroga al 2022 dell’agevolazione;
2) il momento in cui il software CIM17 permetterà di richiedere l’autorizzazione al credito d’imposta Mezzogiorno fino al 31.12.2022.
Maria Chiara Di Carlo
Articolo realizzato con la consulenza del dott. Luigi Lavecchia – per qualsiasi dubbio o approfondimento è possibile contattare il dott. Lavecchia all’indirizzo: studio.lavecchia@gmail.com